5 motivi per cui potresti perdere il lavoro,Social network istruzioni per l’uso

Qualche giorno fa abbiamo parlato dei pericoli che si possono annidare nei comportamenti che abitualmente adottiamo sulle piazze virtuali, e nell’utilizzo dei nostri profili social personali, sia durante che fuori dall’orario di lavoro.

Un interessante approfondimento sull’argomento lo propone il  Bollettino Adapt  (il periodico dell’associazione senza fini di lucro fondata da Marco Biagi  per promuovere studi e ricerche nell’ambito delle relazioni industriali), a cura dell’ufficio studi First Cisl, dal titolo ‘Social network e responsabilità disciplinari: le possibili tutele individuali’.

Estrapoliamo e riportiamo di seguito il decalogo comportamentale, già pubblicato sul sito First Cisl, ma sempre utilissimo:

  1. evitare di indicare, tra le informazioni dei propri profili “social”, lo status di “dipendente della tale azienda”, ancor più da evitare il ricorso a immagini con il logo aziendale;
  2. profilare il proprio livello di privacy ad un accesso limitato (es: solo agli amici);
  3. evitare di pubblicare opinioni personali sulla propria azienda o di condividere o ripubblicare quelle di altri, colleghi, amici, ma anche fossero autorevoli economisti, limitandosi a linkare contenuti già di pubblico dominio e presi da fonte certa (giornali, web magazine, ecc). Evitare quindi di pubblicare notizie non certe o da fonte non riconosciuta;
  4. evitare di pubblicare foto scattate all’interno di locali e ambienti di lavoro, perché inavvertitamente potrebbero finire in rete dati sensibili (l’elevata risoluzione delle fotocamere di nuova generazione, di cui sono dotati anche i recenti smartphone, può “pescare” nell’obiettivo anche la schermata di un pc o il testo di un foglio di carta su una scrivania);
  5. leggere con la massima attenzione la normativa aziendale e uniformarsi ad essa;
  6. evitare, in linea di massima, l’uso dei social durante l’orario di lavoro e certamente evitare di utilizzare a tale improprio scopo gli strumenti aziendali di lavoro (pc, tablet, smartphone);
  7. utilizzare i social con stile e buona educazione. Sembra una banalità, ma ricordiamoci che siamo bancari, professionisti depositari della fiducia di molte persone, e chi ci conosce nella vita reale potrebbe sorprendersi di scoprirci “haters” nella vita virtuale;
  8. evitare di diffondere notizie o dati di cui si è venuti a conoscenza in virtù del proprio incarico lavorativo. Più è elevato il proprio grado di responsabilità all’interno dell’organico aziendale e più si rischia in caso di incauta pubblicazione o divulgazione, infatti l’obbligo di fedeltà e riservatezza prevale sul diritto di opinione;
  9. in caso di contestazioni disciplinari, evitare di rilasciare dichiarazioni scritte all’azienda, è sempre meglio contattare con celerità e fiducia il proprio rappresentante sindacale;
  10. ricordarsi sempre che con le recenti variazioni legislative introdotte nel diritto del lavoro (riforma Fornero e Jobs Act) e secondo l’orientamento giurisprudenziale prevalente, i comportamenti del lavoratore ritenuti nocivi verso il datore di lavoro (come la pubblicazione non conforme sui social), in molti casi ora possono comportare persino il licenziamento senza possibilità di reintegro, neanche in sede giudiziaria.

(continua…)