Il Giornale di Vicenza, crollo popolari e digitalizzazione riducono organici

Il crollo di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca nonché gli effetti della digitalizzazione negli istituti bancari hanno drasticamente ridotto il numero dei bancari in Veneto. Ad approfondire il tema è Il Giornale di Vicenza che pubblica un articolo dal titolo “Persi oltre 1.200 bancari. E’ la morte delle filiali”.

Firma il servizio Roberta Bassan che scrive: “Un bancario su quattro non c’è più. Dal 2014 la forza lavoro nel comparto del credito si è ridotta in provincia di Vicenza di 1.225 unità: oggi il personale delle banche ammonta a poco più di 4.600 persone, comprese le mille del credito cooperativo. Il colpo maggiore è stato inferto dal crollo dell’ex Popolare di Vicenza. Prima di diventare a tutti gli effetti Intesa Sanpaolo, le ex BpVi e Veneto Banca insieme a Cariveneto, che già faceva parte del gruppo, contavano nel Vicentino 2.240 dipendenti: oggi sono 540 in meno. E quindi, come già raccontato in questo giornale, dopo la chiusura di 52 filiali a due anni dall’integrazione oggi sono in 1.700”.

Come si ricorderà a fine giugno del 2017 Banca Intesa Sanpaolo è subentrata alle popolari venete. Il Giornale di Vicenza sottolinea come ci siano delle criticità denunciate nel recente incontro con l’azienda da Fabi, First Cisl, Cgil Fisac, Uilca e Unisin: «Ci sono filiali – fanno notare le organizzazioni sindacali – che lavorano in condizioni pesantissime con carichi esagerati, rischi operativi crescenti, difficoltà nel dare risposte alla clientela in tempi congrui e accettabili».

Roberta Bassan scrive che il problema non riguarda solo Intesasanpaolo ma coinvolge sostanzialmente il sistema che registra forti uscite e scarse entrate. Sulla problematica il segretario provinciale di First Cisl Vicenza, Gianfranco De Zottis, dichiara al Giornale di Vicenza “Per fortuna ci sono stati gli ammortizzatori di settore ma a fronte di uscite si negoziano assunzioni, che non sempre arrivano. O non bastano a coprire carenze”.