Conquiste del Lavoro su Carige, Colombani, l’occupazione è la nostra priorità

“Carige, prende quota il piano di salvataggio” è il titolo di Conquiste del Lavoro sulla possibilità che l’istituto di credito genovese esca dallo stato di crisi. Carlo D’Onofrio firma l’articolo e scrive che “L’assemblea dei soci dello Schema volontario del Fitd, il Fondo interbancario di tutela dei depositi, ha approvato la conversione del bond subordinato da 313 milioni, primo passo concreto in vista dell’aumento di capitale da 900 milioni che dovrebbe mettere in sicurezza l’istituto ligure”.

Sul quotidiano romano interviene il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani: “La decisione del Fitd è un passo nella direzione giusta, ma l’operazione di sistema che si va profilando su Carige, sebbene necessaria, non è ancora sufficiente a garantire l’occupazione ed il radicamento della banca sul territorio”. Sul piano di salvataggio, che prevede anche la partecipazione della famiglia Malacalza, Colombani avverte che se “non andasse in porto, si aprirebbe la strada alla liquidazione coatta amministrativa”.

“Un balzo nel vuoto – rimarca nel suo articolo Carlo D’Onofrio – che costerebbe al sistema bancario circa dieci miliardi di euro oltre a rivelarsi drammatico per imprese e famiglie beneficiarie di prestiti. Inoltre vi sarebbe il rischio di un allargamento della crisi ad altre banche locali”.

Conquiste del Lavoro evidenzia che “non vanno nemmeno sottovalutati i rischi insiti nelle possibili alternative. E sul punto torna a intervenire il segretario generale di First Cisl: “Sia la nazionalizzazione, soggetta ad autorizzazione in sede europea, sia la risoluzione, per le conseguenze negative già sperimentate, risultano entrambe di problematica attuazione”.

“Lo schema che si sta delineando – fa notare Conquiste del Lavoro – rappresenta poi per First una conferma della validità della sua proposta di coinvolgere il Foc, il Fondo per l’occupazione, per affiancarci ad altri impact investors”. Per Colombani non si tratta infatti “di trasformare in capitale di rischio le risorse accantonate dai lavoratori ma di rafforzare la tutela dell’occupazione attraverso la partecipazione diretta alla governante della banca. Finora il Foc è servito a finanziare le insufficienti assunzioni fatte dalle banche con contributi a fondo perduto. È qui che risiede il vero rischio – conclude Colombani – non nell’idea di promuovere la partecipazione attraverso un investimento che nel prossimo futuro potrebbe rivelarsi addirittura remunerativo”.