“Banche, con i tagli indiscriminati perdono tutti” è il titolo con cui Conquiste del Lavoro riporta l’intervento del segretario generale Riccardo Colombani a introduzione della conferenza organizzativa di First Cisl in corso a Roma.
Il giornalista Carlo D’Onofrio esordisce nel suo articolo sottolineando che “banca fa rima con ricchezza. Ma non solo per gli azionisti, anche per la società e i territori nei quali il sistema del credito ha radici profonde. Per un sindacato che sposa questa visione, significa che i tagli indiscriminati all’occupazione fanno male a tutti, non solo a chi li subisce sulla sua pelle. E’ il messaggio che lancia il segretario generale di First Cisl dalla conferenza organizzativa che si è aperta ieri a Roma. Il problema è convincere chi siede dall’altra parte della barricata, i banchieri.”
Nel pezzo si evidenzia come nessuno sembri resistere alla tentazione di affidarsi al taglio dei costi per far quadrare i bilanci. Prosegue il ragionamento di Colombani, per cui “da tagliare non c’è più nulla, e del resto senza filiali e senza lavoratori anche i bilanci alla fine piangono: spetta ad un sindacato che si percepisce come ‘un soggetto politico di trasformazione sociale’ ricordarlo sempre.” Per il segretario generale è necessaria, a tale scopo, “la forza dei buoni argomenti, quelli del manifesto AdessoBanca! in primo luogo”. Confortante è il fatto che “se si scorre la piattaforma elaborata dai sindacati per il rinnovo del contratto nazionale, balza agli occhi che le proposte targate First Cisl hanno mostrato una forte capacità di contaminazione.”
Continua il quotidiano romano: “Essere soggetto di trasformazione sociale per Colombani vuol dire farsi forti dei valori della Cisl per sottrarsi al mainstream finanziario che ha l’ossessione del breve periodo. Reca il timbro First Cisl, non a caso, la proposta di entrare attraverso il Foc, il Fondo per l’occupazione, nella governance di Carige per pilotarne il salvataggio. La chiave è la partecipazione. L’istituto ligure, se verrà confermata la soluzione di sistema imperniata sul Fitd, potrebbe fare da apripista ad un cambio di paradigma. A patto di trovare capitali ‘pazienti’, precisa Colombani, con cui guardare ad un orizzonte di lungo periodo”. Orizzonte che, prima che economico, è sociale e antropologico: “solo così si può pensare di superare una crisi di sistema ‘entropica’, scandisce Colombani citando Stefano Zamagni, il padre dell’economia civile”.