Cresce il timore in Banca Popolare di Bari, preoccupati dipendenti e sindacati

“La grave crisi in cui versa la Popolare di Bari preoccupa i sindacati dei dipendenti” con questo titolo il “Quotidiano di Foggia” descrive i timori che attraversano l’istituto di credito pugliese e che hanno spinto la le segreterie di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin ha diramare una nota congiunta. “Nei giorni scorsi – scrivono le organizzazioni sindacali – è stato reso pubblico il primo dato ufficiale che, con la lampante evidenza dei numeri, indica quanto sia grave la situazione del Gruppo Bpb. Banca Popolare di Bari chiude il bilancio 2018 con trecentosettantadue milioni di Euro di perdita, un risultato negativo senza precedenti nella storia di questa azienda. Un risultato – hanno attaccato i sindacalisti – che dimostra come nel corso degli ultimi anni il top management tutto, nei continui avvicendamenti al vertice, abbia operato scelte sbagliate e condotto un’errata gestione, L’azienda versa in uno stato di profonda confusione e disorganizzazione e nessuno nei ruoli apicali pensa a rispettare le norme basilari che regolano il rapporto di lavoro e le relazioni industriali”.

Il “Quotidiano di Foggia” rilancia la nota congiunta di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin evidenziando che i dipendenti del gruppo di Banca Popolare di Bari sarebbero “spesso citati in ingiuste cause, proditori procedimenti penali e, come se non bastasse, destinatari di contestazioni disciplinari”.

L’autore dell’articolo, Giuseppe Palella, rimarca che i sindacati difenderanno i dipendenti con “tutti gli strumenti a loro disposizione i diritti e i posti di lavoro dei più di tremila dipendenti del Gruppo Bpb. Non si può pensare di risolvere questa crisi facendone pagare, ancora una volta, il prezzo a lavoratori e lavoratrici”. Dalla protesta alla richiesta di chiarimenti avanzata ai top manager di banca Popolare di Bari le organizzazioni sindacali chiedono “correttezza, coerenza e chiarezza. Correttezza nel trattamento dei dipendenti e nelle relazioni industriali, coerenza nella direzione aziendale e chiarezza nel percorso che si vuole intraprendere per uscire dalla profonda crisi in cui versa il Gruppo. Vicini ai lavoratori e distanti dal resto”.