L’Opinione, First Cisl propone la figura del disability manager aziendale

A Bilbao First Cisl ha lanciato il progetto finanziato dalla commissione europea denominato “Non-financial reporting directive (2014/95/EU): an opportunity to develop the participation and inclusion rights of people with disabilities and prevent the risk of social dumping. The crucial role of EWCs and Trade Unions”.

Ad occuparsi dell’idea progettuale proposta a 9 sindacati europei è “l’Opinione” che titola “Disability Manager, First Cisl lancia il progetto a Bilbao”. “Al centro – scrive l’autore dell’articolo Vito Massimano – il tema dell’interazione tra disabili e azienda e la creazione di strumenti per garantire la piena integrazione organizzativa dei lavoratori disabili anche attraverso l’istituzione di un ‘Disability Manager’ all’interno delle multinazionali dotate di Comitati Aziendali Europei”.

“Intorno al progetto – evidenzia il quotidiano romano – si sono già coagulati una serie di soggetti di primo piano all’interno del panorama economico come Banca Etica, First Social Life e l’associazione Abili Oltre. L’obiettivo è quello di trasformare la visione della disabilità da obbligo giuridico a opportunità di gestione strategica per le aziende, che tendono ancora a considerare l’inclusione delle persone con disabilità come un mero vincolo di costo per non incorrere in sanzioni”. “Il riferimento e il quadro giuridico di partenza del progetto – dichiara a l’Opinione il direttore scientifico del progetto elaborato da First Cisl, Mimmo Iodice – è la Direttiva europea 2014/95 sull’informazione non finanziaria, che riguarda anche l’obbligo, per le imprese, di fornire informazioni sulla gestione della diversità”.

“Troppo spesso le banche, come altre aziende in Italia come nel resto d’Europa, assumono le persone disabili solo perché lo impone la legge – fa notare Giacinto Palladino, componente la project manager dell’iniziativa di First Cisl -. I disabili rischiano così di essere tenuti ai margini dell’organizzazione aziendale, mentre dovrebbero diventare una vera e propria opportunità strategica, al centro dei processi di adeguamento organizzativo. Il problema è che manca un quadro normativo comunitario che spinga in questa direzione: la soluzione sta allora nel rendere prassi operativa quelle dichiarazioni di principio che le aziende devono fornire tra le informazioni non finanziarie previste dalle direttive europee e per far questo vogliamo arrivare all’istituzione della figura del disability-diversity manager all’interno di quei Comitati aziendali europei nei quali siedono i rappresentanti delle aziende e dei lavoratori”.

“L’obiettivo del progetto – conclude Palladino – è quello di proporre strumenti che garantiscano la piena inclusione e le pari opportunità di sviluppo professionale e di carriera dei lavoratori disabili all’interno delle aziende finanziarie e mira a definire, attraverso un approfondimento biennale, una policy recommendation che concorra al superamento delle carenze del quadro nor­mativo comunitario sulla contrattazione transnazionale”.