La Segretaria generale del Cisl, Annamaria Furlan, interviene sul piano Carige con un proprio scritto sulle colonne del quotidiano ligure Il Secolo XIX. “Nella vertenza Carige – spiega Annamaria Furlan – la Cisl ha sempre sostenuto l’esigenza di trovare una soluzione che rilanciasse il ruolo centrale della banca. Abbiamo provato a dare un contributo di generosità suggerendo una via nuova per recuperare, almeno in parte, le risorse per sostenere la capitalizzazione della banca, usando risorse economiche già accantonate dai lavoratori bancari. Tutto questo per rilanciare anche il tema della partecipazione dei lavoratori. E’ quindi legittima la loro rabbia e preoccupazione di fronte ad un piano industriale presentato dai commissari che invece di rilanciare questa importante banca ligure, ne sancisce il declino”.
Riportiamo di seguito integralmente l’intervento della Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.
“È assolutamente legittima la rabbia e la preoccupazione dei lavoratori di Carige di fronte ad un piano industriale presentato dai commissari che invece di rilanciare questa importante banca ligure, ne sancisce il declino. Se i tagli alle inefficienze ed agli sprechi si traducono solo nella riduzione dei livelli occupazionali e nella chiusura degli sportelli, questo significa solo far venire meno la funzione sociale di questa banca. Il ruolo del credito è oggi più che mai fondamentale per rilanciare la crescita e l’occupazione, in un momento in cui si susseguono continui segnali di recessione della nostra economia. Ecco perché la vertenza Carige va al di là del perimetro di Genova e della Liguria.
Si ripropone una ricetta sbagliata di ridurre le strutture centrali e di scaricare la responsabilità di una cattiva gestione sulla rete territoriale già impoverita, obbligando il personale a uscire dalla banca o ad una mobilità inaccettabile. Si vuole favorire la clientela più agiata, penalizzando le famiglie con l’esternalizzazione perfino dei mutui e negando il pieno sostegno all’economia locale. Tutto questo potrebbe mettere definitivamente in ginocchio le imprese piccole e grandi che sono in difficoltà, provocando un impoverimento complessivo per il territorio. Il sindacato confederale ha dimostrato in questi anni un grande senso di responsabilità in tante vertenze difficili che vedevano in bilico migliaia di posti di lavoro.
Nella vertenza Carige la Cisl ha sempre sostenuto l’esigenza di trovare una soluzione che rilanciasse il ruolo centrale della banca. La nostra categoria, la First Cisl, ha anche provato a dare un contributo di generosità e fantasia, suggerendo una via nuova e diversa per recuperare, almeno in parte, le risorse per sostenere la capitalizzazione della banca, usando risorse economiche già accantonate dai lavoratori bancari, uno strumento per rilanciare anche il tema della partecipazione dei lavoratori. Carige è una banca in crisi da tempo per responsabilità diffuse, evidenti dei banchieri di Genova e forse anche delle autorità di controllo. Ha bruciato circa 2 miliardi di capitalizzazione di Borsa e 2 miliardi di aumenti di capitale.
In tutto, il costo di ricostruzione di oltre 10 ponti Morandi. Ecco perché tra chi sogna le banche del popolo e chi propugna la ricetta di una banca pubblica innovativa, noi chiediamo chiarezza: sull’impegno del governo, della politica, dei commissari. Vogliamo una Carige efficiente che cammini davvero con le proprie gambe, senza scaricare sui lavoratori, sui correntisti e sulle imprese il peso di scelte sbagliate”.