Wob, l’exploit delle banche etiche su quelle sistemiche

Tra i contenuti presenti questa settimana sul web abbiamo scelto per la nostra rassegna Wob un paio di approfondimenti sulle banche etiche.

Su la Repubblica, Barbara Ardù e Raffaele Ricciardi evidenziano come negli ultimi 10 anni le banche etiche presentino rendimenti tre volte superiori a quelle “sistemiche”: redditività media annua del 3,98% contro l’1,23%. E’ quanto emerge da un report della Fondazione culturale del gruppo Banca Etica appena presentato al Parlamento Europeo, che analizza la performance delle 23 banche etiche presenti nel Vecchio continente in confronto con le 15 banche sistemiche dell’Eba.

Gli attivi sarebbero cresciuti intorno al 10% annuo rispetto al -1% degli operatori sistemici. Il rapporto evidenzierebbe un solco tra la composizione del business, “tradizionale” nel caso delle banche etiche (raccogliere depositi e prestare a famiglie e imprese), mentre vivrebbe molto di investimenti in titoli e servizi finanziari nell’altro emisfero del credito: nel 2017 l’erogazione di prestiti rappresentava il 77% delle attività delle banche sostenibili, contro il 40,52% delle altre. In Europa dal 2015 al 2017 i patrimoni investiti nei fondi etici più rigorosi (che investono in azioni e obbligazioni selezionate in base a una serie di criteri ambientali e sociali) sarebbero saliti in media del 9% all’anno sfiorando i 600 miliardi di euro, con l’Italia che non sfuggirebbe a questo trend d’innamoramento per gli investimenti sostenibili. Infine, rispetto ai due anni precedenti, nel 2017 sarebbero triplicati (1.500 miliardi di euro) i prodotti che escludono titoli controversi di emittenti attivi nei settori armi, tabacco e gioco d’azzardo.

Dalla sintesi dello studio “La finanza etica e sostenibile in Europa”, curato da Fondazione Finanza Etica, emergono normative e proposte: “Il movimento della finanza etica auspica maggiore coraggio da parte della Commissione Europea che sta lavorando all’introduzione di una definizione universalmente accettata per gli investimenti responsabili in Europa. Fin qui la Commissione UE sembra volersi concentrare sui soli aspetti ambientali, mettendo in secondo piano i criteri sociali. Un errore di prospettiva che Banca Etica, insieme a Global Alliance for Banking on Values e Federazione Europea delle Banche Etiche e Alternative sta cercando di far modificare, grazie alla presentazione di emendamenti al progetto di riforma.”

Il direttore della rivista Altreconomia Pietro Raitano, ripercorre la storia di Banca popolare Etica, nata grazie all’iniziativa di vari soggetti dell’economia solidale italiana, tra cui anche l’allora Fiba Cisl, sostenendo un modello alternativo di finanza responsabile e di banca partecipata “dal basso” sancito nello statuto. Nel suo approfondimento il giornalista intervista alcune figure che ne hanno determinato il percorso.