“In Carige bisogna prevenire qualsiasi tensione occupazionale e anzi investire nel capitale umano per rilanciare la banca. Una soluzione di sistema c’è. Nel Fondo per l’occupazione giacciono inutilizzati 165 milioni perché le banche non assumono, ma nel contempo lo schema volontario del Fondo interbancario di tutela dei depositi ha sottoscritto solo 320 milioni del bond subordinato da 400 milioni che serviva da finanziamento ponte per Carige, in attesa di un aumento di capitale che l’assemblea dei soci non ha invece autorizzato. Ebbene, possiamo coinvolgere i lavoratori di tutto il settore in una grande operazione di solidarietà verso i colleghi della banca ligure, facendo sottoscrivere al Foc gli 80 milioni disponibili del bond, a condizione che servano per sviluppare l’attività commerciale di Carige attraverso le persone che ci lavorano”: a lanciare oggi la proposta è il neoeletto segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, nella relazione di insediamento.
“Il Foc – spiega Colombani – potrebbe sottoscrivere gli 80 milioni tramite un trust, valutando la possibilità di investirne altri 80 in futuro. Daremmo un’iniezione di fiducia alla clientela, che capirebbe che i lavoratori bancari credono nella ripresa di Carige, e attueremmo il principio solidaristico del Fondo, nato per incentivare l’occupazione e alimentato dai dipendenti con una giornata di lavoro annua, ma sottoutilizzato anche dopo avergli affidato nuovi compiti, come finanziare la riqualificazione professionale. In più eviteremmo la ricapitalizzazione di Stato e la conseguente applicazione dei vincoli europei che costringerebbero Carige a vendere a prezzi bassi i crediti deteriorati producendo altre perdite, a danno dei lavoratori che si troverebbero con nuove tensioni occupazionali, dei contribuenti che dovrebbero ripianare le perdite, e delle imprese in difficoltà che sarebbero alla mercé dei fondi speculativi”.
“L’investimento – aggiunge Colombani – non ha rischi altissimi, perché le garanzie reali coprono quote elevate dei crediti e la banca può riprendersi se si crea occupazione anziché distruggerla. Se entro agosto non si deliberasse l’aumento di capitale scatterebbe la ricapitalizzazione precauzionale, ma questa non comporta l’azzeramento dei bond, come nel caso della risoluzione, bensì la loro conversione in azioni. Piuttosto l’operazione, che poniamo alla valutazione delle altre organizzazioni sindacali e dell’Abi, perché serve la condivisione di tutti per realizzarla, porterebbe benefici collettivi: non grava sui cittadini e salvaguarda l’occupazione e la comunità”.