La Sicilia, banche, chiudono le filiali aumentano disagi e vertenze

Negli ultimi sette anni la rete di sportelli bancari presenti sul territorio nazionale è costantemente diminuita. Da Nord a sud il ridimensionamento ha spesso generato disagi ad intere collettività private di servizi indispensabili. Anche a Messina la problematica è stata affrontata nel corso del direttivo First Cisl. A riferirne è il quotidiano la Sicilia che ha titolato: “Metà dei comuni senza più sportelli in un anno chiusi il 35% delle agenzie”.

Il segretario provinciale di First Cisl Antonio Mangraviti ha ripreso la ricerca dell’ufficio studi di First Cisl, adattandola al territorio messinese. “Nel 2018 sono proseguite le uscite di personale per gli effetti di piani industriali che puntano al contenimento del costo del lavoro e a cui sembra sfuggire una visione strategica di vicinanza al territorio nella funzione sociale di volano per lo sviluppo locale. Se nell’ultimo decennio si è avuta una diminuzione dei lavoratori bancari di circa il 35%, in alcune grandi banche, un tempo fortemente radicate, si è registrata, solo nell’ultimo triennio a Messina, una diminuzione del personale pari a circa il 25%. Per quel che riguarda invece la presenza sul territorio – ha aggiunto Mangraviti – sono state chiuse circa il 10% delle agenzie. A fronte di tutte queste uscite, si sono verificate solo sporadiche assunzioni, mentre, nella stragrande maggioranza delle aziende di credito, il turn over è completamente bloccato e da diversi anni non vi è stata alcuna assunzione di personale. L’obiettivo della digitalizzazione e delle canalizzazione della operatività su canali telematici, che le aziende di credito perseguono, dovrebbe ridurre, fino a farlo scomparire, il ruolo del “cassiere”; permangono invece file allo sportello e strutture informatiche ancora lungi dall’essere efficienti”.

“La Sicilia” ha evidenziato una serie di problematiche nazionali che hanno ricadute anche su Messina e provincia, tra queste la  vertenza in “Unicredit per la quale è in atto la mobilitazione nazionale e la possibilità di proclamare lo sciopero in caso di esito negativo della trattativa in corso”.

Dalle pagine del quotidiano siciliano traspare evidente pure un forte timore “per il destino della sede operativa dell’Irca di Messina, l’Istituto di credito regionale nato dalla fusione, per incorporazione, di Crias ed Ircac. Il provvedimento, attualmente al vaglio della Commissione Attività Produttive e della Commissione al Bilancio dell’A.R.S., se portasse alla chiusura della sede di Messina, distintasi per l’importante lavoro svolto ai fini dell’accesso al credito agevolato, creerebbe un danno alle imprese e alla nostra comunità”.

Su quest’altra emergenza Tonino Genovese, segretario generale di Cisl Messina, ha invitato gli organi preposti a “intervenire per evitare quello che è già successo, in modo irreparabile, con la chiusura della filiale di Messina della Banca d’Italia evitando in tal modo che il territorio sia depredato delle strutture finanziarie di cui dispone al servizio della collettività. Serve una vicinanza maggiore al nostro territorio e non ulteriori chiusure di agenzie”.