“Per i distretti industriali sempre meno prestiti”. Titola così “Il Secolo XIX” sui dati emersi dalla ricerca sulla concessione del credito negli anni che vanno dal 2010 al 2017 elaborata da First Cisl.
“In sette anni i finanziamenti – scrive il quotidiano genovese – sono, infatti, crollati secondo un’analisi della First Cisl di 57 miliardi di euro. Un conto salato se si considera che due sportelli su dieci hanno chiuso”.
“Nelle zone dei prodotti simbolo del paese – sottolinea Riccardo Colombani, responsabile dell’ufficio studi del sindacato – sono 674 i comuni senza alcuna agenzia bancaria”.
“Le politiche bancarie si sono concentrate sul taglio dei costi anziché sulla vicinanza al tessuto locale e si è preferita la vendita frettolosa degli Npl a una gestione paziente dei crediti problematici che avrebbe permesso a molte imprese di tornare in bonis, rilanciando l’occupazione – denuncia il segretario generale, Giulio Romani che auspica un fronte comune per costituire dei voting trust che condizioni «il voto delle assemblee a scelte socialmente utili per il territorio”.
Il Secolo XIX evidenzia che “Con la riduzione del servizio si è assistito al calo (-18%) dei prestiti mentre i depositi sono aumentati (+ 32%). Nelle filiali che restano a presidiare le aree distrettuali ricorda la First-Cisl la raccolta cresce in modo esponenziale: da1 2010 al 2017 i depositi per sportello sono saliti del 64% da 17 a 28 milioni mentre i prestiti per filiale sono cresciuti solo del 3%. In sette anni il distretto dell’occhialeria di Belluno ha perso il 25% delle filiali, quello del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene il 34% e quello dei salumi di Parma 16%, con cali nei finanziamenti che vanno dal -13% del sistema locale di Parma al -42% di Longarone”.