Def, sindacati in allarme, lavoratori e clienti rischiano i costi della manovra

Le misure del Def, previste per le banche, allarmano i segretari generali dei principali sindacati del settore del credito per le ricadute negative che possono avere su lavoratori e i clienti. Il sito “Il diario del lavoro” si occupa delle problematica con un servizio dal titolo “Manovra. Sindacati bancari contro il taglio delle deduzioni fiscali. Non sono agevolazioni”. I segretari generali delle organizzazioni sindacali del comparto creditizio, in una nota congiunta, scrivono che “Le deduzioni fiscali non sono agevolazioni e non siamo disposti a pagare i tagli con il rinnovo del contratto nazionale. Nessuno pensi di scaricare il costo dello spread sul Paese e il taglio eventuale della deducibilità degli interessi passivi per le banche, sui lavoratori e le lavoratrici del credito che in questi anni di crisi hanno già pagato pesanti sacrifici in termini di riduzioni dell’occupazione e di peggioramento delle condizioni di lavoro. Il Governo sa che la norma di cui si parla è oggi omogenea a quanto previsto nel resto d’Europa e in particolare in Germania e Francia e non si capisce il perché si dovrebbe realizzare uno svantaggio competitivo per il sistema del credito che rischia di scaricare il costo di maggiori tasse sugli anelli più deboli della catena, e cioè i lavoratori e i risparmiatori”.

“Negli anni della crisi abbiamo fatto un contratto al tempo dello spread oltre i 500 punti base a gennaio del 2012 non più ripetibile, per questo le segreterie unitarie inizieranno nella giornata del 19 ottobre un lavoro comune per giungere entro l`anno, previa consultazione dei lavoratori, alla presentazione della piattaforma per il rinnovo del Contratto nazionale con l`obiettivo di aumentare i salari reali, difendere l`occupazione e rafforzare l`area contrattuale”.

Va ricordato che sulle intenzioni del Governo e sulle dichiarazioni del Vicepremier Luigi Di Maio che si propone di tagliare i privilegi delle banche è intervenuto il segretario generale di First Cisl, Giulio Romani rilanciando “AdessoBanca!”, il manifesto per la tutele del lavoro e del risparmio elaborato dalla Cisl e da First Cisl.

“Il vicepresidente del consiglio Di Maio – dice Romani – sbaglia a confondere i banchieri con le banche e, con esse, i bancari e i clienti. Se avesse davvero voluto tagliare i privilegi di chi in questi anni ha sbagliato nel gestire le banche, percependo tuttavia compensi decisamente privilegiati, avrebbe potuto prendere in considerazione il nostro manifesto AdessoBanca! con il quale chiediamo una regolamentazione di quelle retribuzioni e una diversa legislazione sulle responsabilità dei top manager bancari”.
“Ricordiamo a Di Maio – conclude Romani – che la nostra proposta di legge d’iniziativa popolare tesa a porre un freno alla retribuzione dei top manager, supportata da 120.000 firme certificate, giace in Commissione finanze da quasi cinque anni e ci domandiamo perché non abbia mai chiesto che la si discutesse in Parlamento. Le banche sono aziende fondamentali per la vita economica del paese e non è rendendole meno competitive che usciremo dalla crisi. Occorre piuttosto che i compensi dei vertici delle banche vengano regolamentati correlandoli strettamente all’ottenimento di risultati socialmente utili per il paese”.