Ansa, banche, Sardegna addio, ma ci sono strumenti per assumere, basta volerlo

Le banche fuggono dalla Sardegna – lo scrive l’edizione sarda dell’Ansa rilanciando la denuncia dei vertici isolani della Cisl”. “Cisl denuncia, banche in fuga dall’isola”, il titolo del servizio che da risalto al “dossier illustrato a Sassari dal segretario regionale Gavino Carta” e che evidenzia come nell’isola siano state chiuse negli ultimi anni 150 con l’effetto di generare 250 esodati, 130 pensionamenti a fronte di misere 14 nuove assunzioni.

Con Carta – ricorda l’Ansa – c’erano anche Sergio Mura, responsabile regionale First Cisl, e Pier Luigi Ledda, segretario territoriale della Cisl. “Nemmeno una delle agenzie chiuse era in perdita – attaccano i tre segretari -, dietro queste azioni c’è una strategia di destrutturazione della rete, del sistema bancario e del lavoro”. L’accusa viene particolarmente rivolta al Banco di Sardegna e al Gruppo Bper. “Assistiamo a un massiccio ridimensionamento, il Banco di Sardegna ha acquisito la totalità della rete della Banca di Sassari, poi ha chiuso quasi tutti gli sportelli e ha già annunciato un ulteriore ridimensionamento del numero di agenzie e di addetti – rimarca Cisl e First Cisl – contro questa fuga, che penalizza soprattutto le zone interne e i piccoli centri, chiediamo alle banche un’inversione di rotta. È necessario un piano di nuove assunzioni che preveda l’ingresso al lavoro dei giovani, non ci sono altre soluzioni. Per ogni nuova assunzione le banche possono contare su tre strumenti di sostegno – spiegano – perché ricevono 8mila euro dalla Finanziaria dello Stato, 4mila dagli dalla Regione e 9 mila in tre anni dal Fondo di sostegno al credito”. “Non ci sono scuse, le banche devono assumere” concludono.