“I dipendenti di Carige devono entrare negli organi di controllo dell’istituto”. A rilanciare la proposta è il quotidiano il Secolo XIX nella versione online. L’articolo dal titolo “Carige, cessione dell’Ict a Ibm: l’ingresso dei dipendenti negli organi di controllo” è pubblicato nella sezione economia.
La proposta arriva il giorno dopo l’accordo firmato fra i sindacati e Carige per la tutela dei 136 dipendenti interessati dalla cessione dell’information technology della banca alla newco “Joint for Growth”, società a maggioranza Ibm, di cui l’istituto genovese detiene una quota minoritaria.
Forte la presa di posizione di Vilma Marrone, della segreteria nazionale di First Cisl, che commenta così l’accaduto : “la sottoscrizione di un sistema di garanzie per i lavoratori coinvolti non modifica di una virgola la nostra ferma contrarietà alle esternalizzazioni, che depauperano il gruppo di professionalità. Ora ci attendiamo segnali in netta controtendenza, a cominciare dall’ingresso dei rappresentanti dei lavoratori negli organi di controllo della banca e dal vincolo delle retribuzioni dei top manager a obiettivi sociali quali la ripresa dell’occupazione e il sostegno alle famiglie e alle imprese del territorio».
Sulla dismissione dell’Ict della banca ligure dice la sua anche Alessandro Mutini, responsabile First Cisl in Carige: “pur rimanendo contrario alle esternalizzazioni dei lavoratori e delle lavorazioni, il sindacato ha cercato di offrire il massimo delle tutele ai 136 dipendenti interessati dalla cessione. Aver sancito che la newco applicherà il contratto del credito e si iscriverà all’Abi rappresenta un elemento di garanzia e continuità. Inoltre il contratto integrativo resterà quello vigente in Carige, c’è una garanzia occupazionale per 10 anni e la sede resterà Genova”.