È un approfondimento di notevole dettaglio, che si consiglia di leggere integralmente, quello che Carlotta Scozzari dedica a Carige e al suo nuovo piano industriale su Business Insider Italia in un servizio dal titolo “Carige, piano di rilancio sulle spalle dei lavoratori: a casa uno su cinque. E il fabbisogno sale a 1 miliardo“.
“Sale a quota 1 miliardo di euro l’ammontare di risorse che Banca Carige punta a recuperare da qui a fine anno con l’obiettivo di rafforzare il patrimonio, come da richieste della Bce. E, nel contempo, aumenta il numero dei lavoratori in esubero, salendo a quota uno su cinque (il doppio rispetto a quanto previsto)” scrive Carlotta Scozzari in avvio di articolo.
“La banca – si legge più avanti nell’articolo – ha deciso “di procedere a un aumento di capitale scindibile con diritto di opzione (che è proprio l’opzione chiesta dalla famiglia Malacalza, ndr), sottolineando che tale ipotesi, da considerarsi come principale, sarà seguita salvo che intervengano, rispetto alla situazione attuale, cause di forza maggiore”, come per esempio “significativi mutamenti del contesto di mercato, del settore bancario e della situazione della banca”. E invece la famiglia Malacalza chiede che l’ipotesi di esclusione del diritto di opzione non possa nemmeno essere contemplata. Dal canto suo, l’amministratore delegato Fiorentino, interpellato sull’argomento in occasione della presentazione del piano, ha dichiarato che la proposta di delibera della famiglia Malacalza, alternativa a quella del consiglio di amministrazione, non ha provocato alcun “livello di shock emotivo” tra il management e il primo azionista della banca. “Abbiamo relegato l’opzione alternativa”, quella cioè dell’aumento senza diritto di opzione, “tra le cause di forza maggiore”, ha ricordato Fiorentino. Il direttore finanziario di Carige, Andrea Soro, ha invece precisato che tra queste cause di forza maggiore potrebbero esserci, per esempio, eventuali nuove richieste da parte delle autorità. I riflettori sono puntati sulla Bce, chiamata prima dell’assemblea di fine mese a dare il proprio via libera sia all’aumento di capitale sia alla conversione delle obbligazioni subordinate”.
Nell’articolo è affidato a First Cisl il commento sindacale.
“Il taglio più doloroso – scrive infatti Carlotta Scozzari – è quello previsto per la forza lavoro, che dovrebbe scendere di circa 1.000 lavoratori, corrispondenti al 20% di quelli attuali complessivi. “Siamo fiduciosi per il rilancio ad alcune condizioni, anche dolorose”, ha commentato Fiorentino riferendosi al personale. I sindacati fanno notare che, in questo modo, gli esuberi sono in aumento rispetto a quelli già preventivati, che prevedevano 500 lavoratori. “Siamo stupefatti – commenta Giulio Romani, segretario generale di First Cisl – che, nell’individuare quale elemento fondamentale di rilancio della banca la presenza di una base di clienti resiliente e fedele, ci si accanisca contro i lavoratori, ossia coloro che hanno permesso che questa fedeltà si mantenesse, rimediando ai danni reputazionali provocati dalle cattive gestioni dei vertici”.”