Industria 4.0 e lavoro 4.0, banche in ritardo

È notizia di qualche giorno fa, l’Italia è prima in Europa per crescita di produzione industriale, il piano  Industria 4.0,   un insieme di misure governative atte a favorire automazione ed innovazione tecnologica, sta conducendo il nostro sistema produttivo verso la quarta rivoluzione industriale. Lo conferma il ministro Calenda in un tweetProduzione industriale +4,4% (+8% macchinari e attrezzature). Piano Industria 4.0 funziona. Continuare a investire su innovazione e crescitacommentando i dati di luglio

Rispetto a questo processo il settore finanziario sembra essere in ritardo culturalmente e operativamente. Lo afferma Pier Luigi Ledda, segretario nazionale di First Cisl in una recente intervista: “Le aziende dovrebbero impegnarsi maggiormente nella formazione delle proprie risorse umane,  formando i   dirigenti  su vision e ‘managerialità 4.0’,  i lavoratori rispetto alle competenze di lavoro 4.0,  ed infine sostenendo la motivazione dei giovani lavoratori. La formazione finanziata bilaterale propugnata dalla Cisl è una leva strategica di sicuro aiuto, ma non basta.”

La professione del bancario cambia, come afferma Giuseppe Turani in un articolo dal titolo “[La polemica] Il bancario è morto, lo ha ucciso un robot. Ecco i dati della carneficina” il calo dell’occupazione nel nostro settore è un fenomeno di sconcertante attualità, secondo le analisi dell’Ufficio studi First Cisl solo nel primo semestre del 2017 si sono persi più del 5% della forza lavoro complessiva, numeri talmente importanti da essere definiti “ecatombe occupazionale” dal segretario generale di First Cisl, Giulio Romani.

“La digitalizzazione dei processi produttivi sta portando nelle nostre aziende una vera e propria rivoluzione che le guiderà verso un miglioramento della marginalità e un’ottimizzazione dei tempi di lavorazione – sostiene Ledda -, ma per gestire quella che viene chiamata ‘la quarta rivoluzione industriale’ è necessario avere al proprio interno personale preparato e con le giuste competenze. Fondamentale,  sarà, dunque, non limitarsi a investire in sofisticati macchinari e sofisticate procedure, ma anche in formazione, per incrementare il livello medio di alfabetizzazione digitale del personale, favorire l’auspicabile processo di change management e promuovere le competenze che da più parti indicano come cruciali nel prossimo futuro”.