Etruria, niente truffa sui bond, scagionati sei dipendenti difesi da First Cisl

Il Corriere di Arezzo dedica un ampio articolo alle richieste di archiviazione che la Procura di Arezzo ha chiesto nei confronti di altrettanti dipendenti di Banca Etruria, difesi dall’avvocato Maurilio D’Angelo, legale di First Cisl, accusati da alcuni risparmiatori per la vendita delle obbligazioni subordinate della banca. «”Nessuna truffa sui bond” Sei dipendenti Bpel scagionati dalle accuse» titola l’articolo di Marco Antonucci.

“Sono almeno sei – scrive Antonucci – le richieste di archiviazione che la Procura di Arezzo ha chiesto nei confronti di altrettanti dipendenti di Banca Etruria finiti sotto indagine dopo essere stati chiamati in causa dai risparmiatori per la vicenda obbligazioni subordinate. L’ipotesi di truffa non ha trovato riscontri e per questo i magistrati aretini che si occupano delle indagini sulle vicende della vecchia Bpel hanno deciso di chiedere l’archiviazione, scagionando di fatto quegli impiegati e addetti ai titoli finiti sotto inchiesta. Dipendenti che sono assistiti dall’avvocato Maurilio D’Angelo, legale del sindacato First Cisl, e che sono usciti di scena dall’inchiesta che, al momento, vede una quarantina tra funzionari e dipendenti sotto indagine o in attesa della prima udienza davanti al giudice. Tutti chiamati in causa per quei bond subordinati, per la loro collocazione tra i risparmiatori, obbligazioni poi diventate carta straccia con l’entrata in vigore del decreto Salvabanche il 22 novembre 2015”.

“Per quanto riguarda le sei richieste di archiviazione – prosegue l’articolo – queste sono giunte negli ultimi mesi, tra aprile, maggio e giugno, con le decisioni della Procura comunicate nel corso dell’udienza davanti al Gip. Accuse decadute al termine di un’indagine che ha visto confluire nel fascicolo anche le memorie difensive presentate nei mesi dall’avvocato D’Angelo che assiste i sei dipendenti di Banca Etruria chiamati a rispondere del collocamento di quei titoli. Casi nei quali evidentemente è emerso che il comportamento di impiegati e addetti ai titoli era stato corretto. Non c’era stata alcuna truffa nel far investire quei risparmi in quelle obbligazioni subordinate poi azzerate dal decreto”.

“Una vicenda complicata che – si legge sul Corriere di Arezzo -, se da una parte attende per settembre il via ai primi processi ai dipendenti dopo la citazione diretta in giudizio, dall’altra vede lo stesso legale del sindacato First Cisl che, a luglio, ha presentato negli uffici della Procura di Arezzo altre cinque contro-denunce nei confronti di altrettanti risparmiatori che nei mesi scorsi hanno chiamato in causa dei dipendenti della banca”.

“Già nei mesi scorsi – spiega il quotidiano aretino – l’avvocato D’Angelo aveva presentato negli uffici al terzo piano dell’ex Garbasso alcune denunce per segnalare delle evidenti incongruenze tra quanto era stato denunciato e quella che, secondo il legale, era invece la realtà dei fatti: come il caso di Mifid sottoscritti con un altro impiegato rispetto a quello chiamato in causa. “Ma, lo ribadisco ancora una volta, noi abbiamo massimo rispetto per i risparmiatori e ci dispiace di quanto avvenuto – ha sempre sottolineato l’avvocato della First Cisl – Ma i dipendenti hanno solo svolto il loro lavoro, non hanno alcuna responsabilità”.