Sul Mattino di Padova l’appello di First Cisl e Cisl Veneto alla politica

L’appello lanciato ai politici veneti da First Cisl e dalla Cisl del Veneto affinché favoriscano la conversione integrale del decreto legge sulle popolati venete ha avuto ampia rilevanza sull’edizione on line del Mattino di Padova.

“La First Cisl – si scrive nell’occhiello dell’articolo comparso nella rubrica Nordest Economia – ha inviato una lettera-appello ai presidenti di Consiglio e Giunta regionali del Veneto ed ai parlamentari della regione affinché, «operando nell’ambito delle rispettive competenze» venga assicurata «la rapida approvazione della sua versione integrale del decreto»”.

Il Mattino di Padova scrive così: “«Non voglio polemizzare con chi sostiene posizioni diverse ma l’ingresso di Intesa SanPaolo è l’unica soluzione che possa garantire prospettive alle ex popolari venete. Altre non ce n’erano» ha detto oggi il segretario generale della Cisl del Veneto, Onofrio Rota, nel corso di una conferenza stampa dedicata all’operazione attivata grazie al decreto del governo di domenica 25 giugno scorso ed alla quale hanno partecipato anche il segretario di Adiconsum, Valter Rigobon, ed il segretario nazionale della First Cisl, Giulio Romani. Oggi Rota e Romani hanno inviato una lettera-appello ai presidenti di Consiglio e Giunta regionali del Veneto ed ai parlamentari della regione affinché, «operando nell’ambito delle rispettive competenze» venga assicurata «la rapida approvazione della sua versione integrale del decreto». I clienti delle due ex banche popolari, è stato ricordato, sono circa 1,7 milioni, il 60% dei quali veneti. I finanziamenti erogati sono rivolti a 200 mila imprese, 120 mila delle quali all’interno dei confini regionali e che coinvolgono, fra titolari e collaboratori, circa 1,5 milioni di addetti.”

E ancora: “«Chi oggi contesta il provvedimento – ha rilevato Romani – lo fa in modo folle perché, un minuto dopo l’eventuale bocciatura del decreto, 30 miliardi di affidamenti ora nella disponibilità delle imprese, entrerebbero nel patrimonio da liquidare, mettendo in discussione la sopravvivenza delle aziende stesse».”