“Qualcuno dovrebbe spiegarci quale sia la colpa dei lavoratori di Equitalia, che per il semplice fatto di aver sempre compiuto il loro dovere di servitori dello Stato, prima sono stati vessati dagli attacchi immotivati della politica e di parte dell’opinione pubblica, poi sono stati lasciati privi di un chiaro destino professionale e ora sono addirittura costretti a scendere in piazza per salvaguardare il loro risparmio previdenziale dalla voracità dell’apparato statale, che dà l’impressione di volersene appropriare”: è il commento di Giulio Romani, segretario generale di First Cisl, all’annuncio del presidio organizzato unitariamente per domani 19 aprile dai sindacalisti di Equitalia davanti al Ministero del Lavoro per protestare contro l’ennesimo mancato avvio del confronto sulla riforma del fondo previdenziale di settore, con un’azione di protesta propedeutica alla mobilitazione nazionale programmata per il 26 maggio.
“I lavoratori esattoriali – prosegue Romani – continuano a versare al loro fondo il 2,20% della retribuzione, mentre l’azienda aggiunge un ulteriore 3,30%, senza però che venga più corrisposta alcuna prestazione, se non in casi rari e residuali. È inaccettabile che il Ministero del Lavoro, sulla scorta di pretestuose cavillosità burocratiche, mantenga un inquietante silenzio su una materia relativamente alla quale lo stesso Parlamento, in occasione della conversione del decreto di riforma di Equitalia, aveva impegnato il Governo a finalizzare le risorse del fondo alla creazione di una previdenza integrativa per il personale del settore, che ne ha sempre profumatamente sostenuto il finanziamento con il proprio salario”.