La Sicilia rilancia dati First Cisl sugli effetti della desertificazione bancaria in regione

A quasi due settimane dal rilascio del report sulla desertificazione bancaria il tema continua a richiamare l’interesse della stampa. La Sicilia rilancia i dati Banca d’Italia ed Istat, aggiornati allo scorso 30 settembre ed elaborati dalla Fondazione Fiba di First Cisl, per pubblicare un dossier dal titolo: “Banche, emergenza desertificazione 374mila siciliani privi di sportello”. Firma il servizio il giornalista Michele Guccione che scrive: “La desertificazione bancaria avanza più velocemente di quella del territorio arso dalla siccità, in tutta Italia. Le banche, alle prese con il taglio dei costi, chiudono sempre più agenzie e accorpano conti correnti e personale nei centri più redditizi, lasciando senza sportelli numerosi comuni. Propongono l’alternativa dei servizi online e dell’home banking che, però, non sempre è una soluzione, soprattutto nelle aree dove la connessione è critica. La situazione non può che andare a peggiorare, dato che le fusioni recenti fra banche e quelle all’orizzonte comporteranno, per esigenze di Antitrust, la chiusura delle filiali sovrapposte”.

Dalla Sicilia uno sguardo al Nord dove “il fenomeno è più accentuato in termini numerici, ma lì è facilmente risolvibile, grazie alla vicinanza fra loro dei centri abitati e ad una viabilità interna efficiente. Invece, in Sicilia – fa notare Michele Guccione – è un dramma, soprattutto nelle aree interne, dove il paese più vicino spesso dista decine di chilometri da percorrere su strade dissestate o, peggio, interrotte. E se ad avere bisogno di una banca e di un Bancomat sono gli anziani che non hanno dimestichezza con i computer, o i piccoli commercianti che devono rifornire la cassa per dare il resto a chi paga in contanti, non si può rispondere che ci sono i servizi online. Specie in Sicilia, terz’ultima in Italia per utilizzo dell’internet banking, con una percentuale del 36%. Dunque, sono tutti soggetti fragili che restano isolati e che non sempre trovano ristoro nell’unico sportello rimasto, quello delle Poste Italiane, quando c’è”.

Il quotidiano catanese evidenzia che First Cisl Sicilia denuncia una situazione che in regione la revisione commerciale degli istituti di credito e una «emergenza che impoverisce le comunità», “rilevando che l’Isola è terz’ultima nella classifica nazionale con appena 21 sportelli ogni 100mila abitanti a fronte dei 62 di Trento. Il rapporto evidenzia che sono 151 i Comuni senza sportelli: erano 70 nel 2015, ma se ne sono aggiunti ad oggi altri 81; e sono rimasti ben 101 Comuni con una sola agenzia bancaria. In conclusione, meno di un quarto, appena 139 Comuni, contano più di una filiale. Il sindacato a Catania ha illustrato il dossier aggiornato sulle chiusure di sportelli bancari in Italia, con un focus sulla Sicilia.

Il giornalista Michele Guccione invita a riflettere sul risultato richiamando le cifre dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria: «Nell’Isola 374milla persone (12mila in più nell’ultimo anno), di cui il 74% dal 2015, non hanno accesso ai servizi bancari e altre 548mi1a (52mila in più) hanno a disposizione un solo sportello. Un milione di siciliani, il 20% della popolazione, è a forte rischio di esclusione sociale subendo un rapporto difficile col sistema creditizio, per assenza di sportelli o per assottigliamento dei servizi nei pochi che resistono nelle aree interne», dove a volte le aperture non sono quotidiane e con orari ristretti. E ancora, «20mila imprese (821 in più rispetto all’anno passato), di cui il 76% dal 2015, sono senza un presidio bancario e 30mila, ben 2.400 in più negli ultimi 12 mesi, hanno a disposizione appena un solo sportello».

Il viaggio nel disagio della clientela siciliana continua con “Messina, la provincia messa peggio, al 90esimo posto fra le 107 province italiane; andando dalla peggiore alla migliore, Enna è al 68esimo, Palermo al 57esimo, Agrigento al 51esimo, Trapani al 48esimo, Catania in 44esima posizione, Caltanissetta al 29esimo gradino, Siracusa è 26esima e Ragusa, a sorpresa, è prima in Italia, quindi quella che ha la minore diffusione di Comuni senza sportelli bancari. Nell’analizzare i territori, Comuni popolosi come Aci Sant’Antonio, Santa Flavia, Altavilla Milicia, Misiliscemi, San Pietro Clarenza, Valverde, Solarino, Santa Maria di Licodia, Torregrotta, Borgetto, Rometta, Custonaci non hanno una banca. A rischio desertificazione altri importanti centri come Aci Catena, Tremestieri Etneo, Villabate, Pedara, Mascali, Melilli, Ficarazzi, Motta Sant’Anastasia, Barrafranca, Cinisi, Casteldaccia, San Gregorio di Catania, che di sportelli bancari ne hanno appena uno”.

La Sicilia da spazio alle proposte cisline: “La prima soluzione di Cisl e First Cisl – si legge sul quotidiano – è la richiesta di istituzione di un Osservatorio regionale sull’attività bancaria, ma è ovvio che serve un’azione politica regionale per spingere gli istituti, con i dovuti incentivi, a tornare a svolgere la loro funzione sociale. Spinta che non può essere lasciata ai singoli sindaci che provano ad attirare banche offrendo, ma senza successo, locali comunali a titolo gratuito. Serve un’azione di sistema che coinvolga più istituzioni.

«La desertificazione bancaria – commenta a La Sicilia il segretario generale First-Cisl Sicilia, Fabio Sidoti – è una seria minaccia all’economia siciliana perché innesca una spirale negativa che genera spopolamento, rinuncia agli investimenti, chiusura di attività, riduzione del reddito e complica la vita di famiglie e imprese. Se penso al periodo del Covid, le banche rimanevano aperte perché considerate erogatrici di servizi essenziali. Ciò che valeva allora, oggi è evaporato. È preoccupante come il fenomeno non abbia freni. Se guardo all’immediato futuro non posso che essere preoccupato».

Dal generale al particolare sempre il giornale catanese unisce il tema della desertificazione bancaria a quello dello spopolamento portando alla ribalta il caso del comune di Barrafranca. “Tra migrazione e denatalità Tra migrazione anche le banche vanno via” è il titolo dell’articolo. “A Barrafranca, dove c’è appena uno sportello bancario per 12mila abitanti, si rischia la chiusura. Enna, infatti, per il report dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba sindacato bancari di First Cisl, elaborato su dati Banca d’Italia e Istat aggiornato al 30 settembre 2025, si trova nelle posizioni medio basse della classifica occupando la 75esima posizione per la desertificazione parziale ed il 68esimo per la desertificazione assoluta. La criticità maggiore segnalata per il territorio provinciale è sul popoloso centro della zona sud che rientra tra quelli a rischio azzeramento sportelli. Appena quattro mesi fa, sempre per i dati di Fondazione Fiba erano soltanto 43 gli sportelli bancari attivi nell’ennese. Ma pur avendo perso un solo sportello, scendendo da 44 a 43 tra gennaio a giugno 2025, Enna, si confermava già come provincia con il minor numero assoluto di sportelli”.

Per la Sicilia il tema resta cruciale. “Già lo scorso anno, la Fondazione Fiba aveva segnalato per Enna un indice di desertificazione bancaria alto guardando ai dati del 31 dicembre 2023, che indicavano come il territorio provinciale fosse il secondo più desertificato in Sicilia (…) Sei anni fa nell’ennese erano 56 gli sportelli attivi tra istituti di credito, banche popolari e banche di credito cooperativo segnando di fatto, il numero più basso in Sicilia: erano 18 su 20 i comuni dell’ennese coperti da servizi bancari. Un progressivo declino, che adesso, presenta elementi di preoccupazione crescente in più per una riduzione continua degli sportelli e con disagi proporzionalmente crescenti per l’utenza”.

Qui gli articoli del quotidiano La

Qui il 14° report dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl aggiornato al 30 settembre 2025

Qui tutti i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba

Qui i dati sulla desertificazione bancaria in Sicilia