Le banche continuano a chiudere. Da gennaio a fine settembre 2025 altri 268 sportelli hanno cessato la loro attività. Sono adesso 3.419 i comuni italiani a secco di servizi finanziari e con il risiko bancario in corso il dato è destinato a peggiorare.
La Sicilia non si sottrae alla revisione commerciale del sistema bancario. Pure da noi spira forte il vento della desertificazione. 1 milione di cittadini è a forte rischio esclusione sociale. Il 20 per cento della popolazione residente nell’isola ha un rapporto complicato con le banche per assoluta mancanza di istituti di credito nei luoghi di residenza o per un’offerta che quotidianamente va ad assottigliarsi. Nello specifico sono 374mila, 12mila in più nell’ultimo anno, ad essere privi di una banca e ben 548mila, 52mila in più dal 2024, che possono attingere a una filiale bancaria. Non va meglio alle imprese, 20mila, 821 in più rispetto all’anno passato, sono senza un presidio bancario e 30mila, ben 2400 in più negli ultimi 12 mesi, hanno a disposizione appena un solo sportello. Comprensibili i disagi che non possono essere attenuati dal semplice ricorso all’internet banking. La nostra regione occupa infatti il terzultimo posto della speciale classifica nazionale con una percentuale media di utilizzo del 35% contro il 67% della provincia di Trento, il 66% della Lombardia, il 65% del Veneto e della Valle d’Aosta.
A certificare l’allarme: il report dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba di First Cisl, elaborato su dati Banca d’Italia e Istat al 30 settembre 2025. In Sicilia lo stato di difficoltà viene acuito da penalizzanti ed endemiche carenze infrastrutturali e da una popolazione residente che, peraltro, vede sempre più crescere la curva degli anziani. Nello scorrere le cifre, l’indice di desertificazione parziale vede le province di Messina, Enna, Palermo, Agrigento, Trapani e Catania occupare le posizioni medio basse della classifica. Migliore invece l’offerta finanziaria nelle province di Ragusa, Siracusa, Caltanissetta. Unicredit e Intesa Sanpaolo sono gli istituti di credito che hanno chiuso più sportelli.
Nell’analizzare i territori, comuni popolosi come Aci Sant’Antonio, Santa Flavia, Altavilla Milicia, Misiliscemi, San Pietro Clarenza, Valverde, Solarino, Santa Maria di Licodia, Torregrotta, Borgetto, Rometta, Custonaci non hanno una banca. A rischio desertificazione altri importanti centri come Aci Catena, Tremestieri Etneo, Villabate, Pedara, Mascali, Melilli, Ficarazzi, Motta Sant’Anastasia, Barrafranca, Cinisi, Casteldaccia, San Gregorio di Catania che di sportelli bancari ne hanno appena uno.
“Il risiko – dice il Segretario generale nazionale First Cisl Riccardo Colombani – sta modificando la geografia del sistema bancario italiano. Gli effetti sui territori iniziano già a manifestarsi con evidenza. Dopo l’acquisizione di Popolare di Sondrio, il Gruppo Bper ha annunciato la chiusura di 90 sportelli. Le conseguenze di un’integrazione tra le reti di Crédit Agricole Italia e Banco Bpm potrebbero essere però molto più gravi. Un’operazione straordinaria tra queste due banche porterebbe infatti alla costituzione della terza rete per numero di filiali, con sovrapposizioni rilevantissime in alcuni territori che fornirebbero il pretesto per nuovi pesanti tagli all’occupazione. È una prospettiva alla quale ci opponiamo con decisione”.
“La desertificazione bancaria – prosegue il Segretario generale First Cisl Sicilia, Fabio Sidoti – è una seria minaccia all’economia siciliana perché innesca una spirale negativa che genera spopolamento, rinuncia agli investimenti, chiusura di attività, riduzione del reddito e complica la vita di famiglie e imprese. Se penso al periodo del Covid, le banche rimanevano aperte perché considerate erogatrici di servizi essenziali. Ciò che valeva allora oggi è evaporato. E’ preoccupante come il fenomeno non abbia freni. Se guardo all’immediato futuro non posso che essere preoccupato. Il risiko bancario avanza, i contatti tra Credit Agricole e Bpm non ci lasciano tranquilli perché un’eventuale fusione genererebbe la sovrapposizione di sportelli con conseguente razionalizzazione e chiusura degli stessi. In Sicilia le due banche hanno 120 agenzie, parecchie delle quali operano nello stesso territorio”.
“Le istituzioni – conclude Sidoti – non possono più considerare marginale il fenomeno della desertificazione bancaria cui va dato il peso e l’attenzione che merita. Per questo, come Cisl e First Cisl, non rinunciamo alla nostra battaglia per l’istituzione di un Osservatorio regionale sull’attività bancaria con l’intento di attenuare gli effetti del disimpegno degli istituti di credito dalla nostra regione”.
Qui il 14° report dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl aggiornato al 30 settembre 2025
Qui tutti i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba
Qui i dati sulla desertificazione bancaria in Sicilia
						
	
						
	
			