L’Emilia Romagna si trova ad affrontare una progressiva desertificazione bancaria che, pur manifestandosi con intensità differenziata sul territorio, solleva preoccupazioni crescenti. Secondo i dati più recenti elaborati dall’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba di First Cisl, al 30 giugno 2025, l’8,2% dei comuni della regione risulta privo di sportelli bancari. Un fenomeno che interessa ampie fasce della popolazione e del tessuto produttivo, con segnali di allarme sempre più evidenti.
In questo scenario, la provincia di Parma si distingue per una tenuta relativamente solida, posizionandosi come la quattordicesima provincia meno desertificata d’Italia, secondo l’Indicatore di desertificazione provinciale (Ipd) assoluto. Tale indicatore considera non solo la presenza fisica degli sportelli, ma anche la densità della popolazione, la diffusione delle imprese e l’estensione territoriale. Tuttavia, pur in un quadro relativamente favorevole, emergono segni di vulnerabilità: Parma si colloca infatti al 68° posto per desertificazione parziale, ovvero per la presenza di comuni dotati di un solo sportello bancario, situazione che spesso precede la scomparsa totale del presidio.
Due comuni del parmense, Terenzo e Compiano, risultano già totalmente privi di sportelli. A essi si aggiunge una costellazione di dodici realtà territoriali che sopravvivono con una sola filiale: da centri più popolosi come Torrile e Fontevivo, fino a piccoli comuni montani come Palanzano e Varsi. In ciascuno di questi casi, la presenza bancaria risulta fragile, esposta a future razionalizzazioni che potrebbero lasciare intere comunità senza accesso diretto ai servizi finanziari.
Nel Piacentino, il quadro appare lievemente più critico. La provincia si colloca al ventisettesimo posto per desertificazione assoluta e al sessantesimo per desertificazione parziale, confermando un livello di esposizione superiore a quello di Parma, ma comunque lontano dalle situazioni più allarmanti del Paese. Gazzola è già priva di sportelli bancari, mentre altri dieci comuni si affidano a un’unica filiale: una rete sottile, spesso concentrata in aree con popolazione ridotta e difficoltà logistiche. Il rischio di un ulteriore arretramento dell’offerta bancaria è concreto, specie in contesti dove la domanda locale fatica a sostenere i costi operativi.
Nel complesso, la situazione di Parma e Piacenza si inserisce in un quadro regionale sempre più delicato. Alla data di rilevazione, oltre 35mila cittadini emiliano-romagnoli vivono in comuni totalmente desertificati, con il 56% di essi che ha perso l’accesso agli sportelli dal 2015. Altri 214mila residenti, con un incremento di 17mila unità solo nell’ultimo anno, abitano in territori serviti da una sola filiale. Sul versante produttivo, 2.400 imprese hanno sede in comuni completamente privi di banche, mentre altre 15mila operano in aree con una sola presenza bancaria, dato anch’esso in crescita. In termini di estensione geografica, il 5% della superficie regionale risulta ormai sprovvista di sportelli.
La desertificazione bancaria, tuttavia, non è un fenomeno esclusivamente locale. A livello nazionale, la tendenza appare in accelerazione: nei primi sei mesi del 2025 sono stati chiusi 261 sportelli, portando il numero totale di comuni senza banche a 3.415, pari al 43,2% del totale. Questa dinamica coinvolge oltre 4,7 milioni di persone, mentre quasi 6,5 milioni risiedono in comuni considerati a rischio. L’impatto si estende anche al mondo delle imprese, con 6.116 nuove attività nate, nel solo ultimo trimestre, in aree prive di sportelli.
A tutto ciò si somma il ritardo strutturale del Paese nella diffusione dell’internet banking: solo il 55% della popolazione italiana ne fa uso, contro una media europea del 67,2%. Tale divario digitale si traduce in un’ulteriore barriera per l’accesso ai servizi finanziari, soprattutto tra le fasce più anziane e fragili della cittadinanza, che risultano così doppiamente escluse: sia sul piano territoriale che su quello digitale.
In sintesi, mentre le province di Parma e Piacenza evidenziano una maggiore resistenza rispetto ad altre aree del Paese, il quadro complessivo regionale e nazionale denuncia una crisi silenziosa ma profonda. La rarefazione della rete bancaria, lungi dall’essere un semplice fenomeno tecnico, incide sulla coesione sociale, sull’inclusione finanziaria e sulle prospettive economiche dei territori, in particolare quelli più periferici e montani. È in questo contesto che si impone la necessità di politiche pubbliche e strategie aziendali capaci di salvaguardare il presidio finanziario quale servizio essenziale per lo sviluppo equo e sostenibile.
Qui i dati dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria elaborati dalla Fondazione Fiba di First Cisl
Qui i dati sulla desertificazione bancaria in Emilia Romagna