Le festività natalizie sono nella nostra tradizione periodo di rientro al paese natio, di ritorno al focolare domestico, di riavvicinamento ai propri affetti. Per qualche giorno si ritorna a vivere il calore della famiglia al completo riscoprendo la serenità che certi legami trasmettono.
Ma, anche quest’anno, la magia del Natale è turbata da quanto avviene in altre parti del mondo. Non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo chiudere gli occhi e dimenticare la popolazione ucraina, gli abitanti della striscia di Gaza, i popoli del Sudan, del Myanmar, dello Yemen, della Siria, dell’Etiopia, della Somalia, dell’Afghanistan, di Haiti, della Repubblica Democratica del Congo, del Burkina Faso, di Mali, del Niger. Si contano 56 guerre e oltre 100 conflitti armati nel mondo, il numero più alto in assoluto dalla Seconda guerra mondiale.
Una escalation di violenza e una crisi umanitaria che chiedono l’attenzione, l’impegno, l’aiuto e, per chi è credente, la preghiera di ognuno di noi.
Quindi viviamo il nostro Natale, godiamoci i nostri cari, gustiamo il cibo preparato dalle mani premurose di chi ci vuole bene, lasciamoci avvolgere da abbracci amici con la dovuta gratitudine perché nulla di tutto questo è scontato.
Buon Santo Natale e buon 2026 a tutti!
