Salvoldi e Battistini, desertificazione bancaria, le banche devono continuare a garantire responsabilità sociale e presenza nei territori

“In quindici anni, in provincia di Bergamo, il numero delle filiali bancarie si è quasi dimezzato, così che il 40% dei paesi ne è rimasto privo, mentre un altro 23% dei comuni ne conta uno soltanto. Di fatto, gli abitanti di intere aree della provincia, soprattutto gli anziani delle valli, hanno notevoli difficoltà a usufruire del servizio allo sportello.  Il rischio della desertificazione assoluta, per queste zone, è praticamente alle porte. Lo denuncia lo studio di First Cisl, la categoria dei bancari di via Carnovali, che ha elaborato i dati della Fondazione Fiba che ha preso in considerazione tutto il territorio nazionale.”, è quanto si legge nel comunicato della Cisl Bergamo ripreso dagli organi di stampa locale, Corriere della Sera.it Bergamo, L’Eco di Bergamo, Bergamo News, Il Giorno, My Valley.it, Prima Bergamo , Bergamo tommorov, La Voce delle Valli.

 

L’intervista di Giovanni Salvoldi, segretario generale First Cisl Bergamo, al TG di Bergamo TV del 10 settembre.

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“Appare evidente che le tendenze emerse con la ‘liberalizzazione’, lungi dall’arrestarsi, si sono andate ulteriormente consolidando negli ultimi anni. L’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione ha certificato che la riduzione di sportelli è la più pesante dall’inizio delle rilevazioni

A Bergamo e provincia – prosegue il comunicato – dal 2010 gli sportelli in provincia sono diminuiti del 45,6%, passando da 770 a 419: i comuni attualmente senza alcuno sportello bancario sono 99 (il 40,75%) mentre quelli con un solo sportello bancario sono 57 (il 23,46%). La popolazione residente in comuni bergamaschi sprovvisti di sportelli bancari si attesta a 128.839 persone, nel 2015 erano 30.960 (+ 416%). A questi andranno ad aggiungersi, ad ottobre, le chiusure già previste per quanto riguarda Intesa Sanpaolo: verranno chiuse le filiali di Peia e Tavernola Bergamasca (uniche banche presenti in questi comuni).

Ad ottobre dunque i comuni senza alcuno sportello bancario passeranno dagli attuali 99 a 101.

Lo studio evidenzia anche come sia cambiato il panorama degli istituti in provincia: le varie acquisizioni e le operazioni di fusione avvenute negli ultimi anni hanno portato ad una concentrazione del settore in pochi gruppi di grandi dimensioni. L’unico comparto che mantiene un ampio presidio territoriale è il Credito Cooperativo (Gruppo ICCREA e Cassa Centrale Banca), che con la propria presenza consente di arginare almeno parzialmente il fenomeno”.

Per Andrea Battistini, segretario generale di First Cisl Lombardia, “il progressivo abbandono del territorio sta diventando, purtroppo, una costante, lo vediamo nel commercio e nei servizi, nell’assistenza sanitaria e anche nei servizi finanziari, con le banche che chiudono gli sportelli, non solo nelle zone più periferiche. Da anni denunciamo questa situazione e richiamiamo le banche alla loro responsabilità sociale, spesso lo facciamo insieme alle amministrazioni locali. I manager in occasione delle aggregazioni bancarie promettono vicinanza al territorio, prossimità e attenzione alle famiglie e alle imprese, obiettivi condivisibili ma, ad oggi, disattesi. La dimensione nazionale dei gruppi bancari rischia di perdere di vista la territorialità e il valore del rapporto con la clientela, la sua dimensione fiduciaria e il legame indissolubile che storicamente lega gli istituti di credito all’economia dei territori. È urgente ripensare questo modello ripartendo proprio dai territori, attraverso lelaborazione dei dati dellattività bancaria tramite lOsservatorio regionale, oltre allapertura di un tavolo di confronto tra imprese, amministrazioni locali e sindacati per un Patto per il territorio nel mondo del credito”.

“Vi sono zone della nostra provincia – sottolinea Giovanni Salvoldi, segretario generale First Cisl Bergamo – dove ormai un utente, per recarsi in banca con i mezzi pubblici, dovrebbe considerare di impegnare mezza giornata. Il disservizio generato dall’abbandono dei territori crea disagi non solo alle persone più anziane, ma a tutta la popolazione, ai giovani, alle famiglie, alle imprese, poiché la chiusura di una filiale rende più difficile l’accesso al credito impoverendo inevitabilmente le comunità locali. Ribadiamo che le filiali non rappresentano solo servizi, ma anche educazione finanziaria, consulenza dedicata ma soprattutto sono presidi di legalità. Siamo consapevoli che la progressiva evoluzione del digitale nel settore sia una sfida, il processo va però adeguatamente gestito e accompagnato, senza lasciare indietro nessuno. Un processo evolutivo, comandato dall’uomo, in grado di generare davvero valore per tutti e non solo remunerazioni per alcuni.”

Comunicazione First Cisl Lombardia


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