Il convegno organizzato dalla Banca Popolare di Sondrio dal titolo “Sviluppo e sistema bancario. Linee guida per un nuovo progresso” è stata un’importante occasione di approfondimento e di confronto sul sistema bancario nazionale, sul ruolo delle banche e sulle sfide che ci attendono. Importanti accademici, attraverso un’analisi della storia economica contemporanea, hanno portato il loro contributo volto a rafforzare il ruolo e l’importanza delle banche di territorio, e a sfatare quei luoghi comuni sul valore, pressoché esclusivo secondo alcuni, determinato dalle grandi concentrazioni bancarie.
Hanno partecipato all’evento Andrea Battistini, segretario generale First Cisl Lombardia, Davide Fumagalli, segretario generale UST Cisl Sondrio, e Stefano Flematti, segretario responsabile First Cisl Banca Popolare di Sondrio.
“Negli ultimi 30 anni – commenta Andrea Battistini – il numero delle banche italiane si è drasticamente ridotto da 1037 a 434 (in Germania sono 1381) e, di conseguenza, anche il numero degli sportelli ha subito una pesante riduzione che, come evidenziato dallo studio della Fondazione Fiba, sono passati da 34.139 nel 2008 a 20.909 nel 2022 (nel 2023 ne sono stati chiusi altri 593).
La concentrazione in pochi grandi gruppi bancari nazionali, la desertificazione caratterizzata da una forte riduzione della presenza fisica nei territori e l’abbandono di molti comuni, vengono spesso giustificati dalle aziende quale esito dei mutati comportamenti della clientela e della diffusione delle nuove tecnologie che sostituiscono l’operatività tradizionale, garantita dalla rete commerciale.
L’invecchiamento demografico e il bassissimo livello delle competenze digitali in Italia, di fatto, smentiscono queste motivazioni e rafforzano la convinzione che le scelte siano di natura esclusivamente economica e di politica aziendale.”
La partecipazione al convegno di molti accademici, economisti di rilievo e istituzioni, in un contesto aziendale e territoriale ‘periferico’ rispetto alle grandi realtà bancarie, è significativo e tende a valorizzare un’esperienza di banca sana del territorio che garantisce un presidio fisico in costante crescita, anche dove altri chiudono, assunzione di giovani e mantenimento orgoglioso dei propri valori, della propria tradizione e della propria storia.
“La valorizzazione di quest’esperienza, come ha sottolineato il prof. Stefano Zamagni nel suo intervento – continua Battistini – evidenzia, in particolare, il ruolo sociale che le banche dovrebbero esercitare. Un ruolo al servizio delle persone, ovvero il riconoscimento della relazione interpersonale che solo un contatto umano diretto e ‘non mediato’ può garantire, finalizzato a rafforzare il legame di fiducia che sta alla base delle relazioni umane e, quindi, anche creditizie.
La scelta, per un risparmiatore, di affidare i propri risparmi ad un istituto di credito e, per una banca, di impiegarli a sostenere iniziative e attività di carattere imprenditoriale o per sostenere famiglie e persone, non può che essere di natura fiduciaria, quindi relazionale, umana.”
Nel corso del dibattito i relatori hanno ben evidenziato altri aspetti, dal falso mito delle “economie di scala” generate dalle aggregazioni bancarie, alla falsa credenza che solo le grandi dimensioni siano condizione di redditività (si può essere “piccoli” e top performer), alla qualità del management (sana e prudente gestione), condizione di successo indipendente dalle dimensioni, allo sviluppo equilibrato che, nonostante il gigantismo bancario di oggi, viene garantito dalle banche di prossimità.
“Le finalità degli istituti bancari – sottolinea Davide Fumagalli, segretario generale UST Cisl Sondrio – non possono essere scollegate all’interesse pubblico agendo in primis quella responsabilità sociale verso il territorio dove operano ed in special modo se, come nel caso della nostra provincia, coincide con la culla dove è nata e si è sviluppata un’idea di banca con al centro le persone, intese come lavoratori, famiglie, aziende e comunità.”
In conclusione, Battistini sottolinea come “il basso livello di alfabetizzazione finanziaria in Italia, e la conseguente necessità di garantire un’adeguata consulenza, il mantenimento del rapporto fiduciario, e relazionale, con le persone e i territori, in un’ottica di responsabilità sociale, anche nel solco dell’esperienza della Banca Popolare di Sondrio ma, direi, della gloriosa storia di tante banche del territorio (popolari, di credito cooperativo, e banche locali) – talvolta strumentalmente snobbata per via dei supposti ‘campanilismi’ di provincia, e di alcune vicende societarie di malagestio che hanno coinvolto anche molti clienti – potrebbero essere alcuni degli elementi per riconnettere le grandi realtà bancarie alla propria dimensione e identità originaria, che non deve mancare anche se proiettata in contesti organizzativi e geografici più ampi: le banche vendono, in primis, fiducia.
Ripartiamo da qui.”
Comunicazione First Cisl Lombardia
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