Battistini, regole in materia pensionistica siano architrave per unire le generazioni

Interessante proposta formativa quella organizzata nella giornata di oggi, venerdì 18 novembre, da First Cisl Lombardia in tema di previdenza.

All’iniziativa, dal titolo “La Previdenza Integrativa: vantaggi e opportunità”, hanno dato la loro adesione, in qualità di relatori: la dott.ssa Paola Gilardoni, segreteria Usr Cisl Lombardia, la dott.ssa Valeria Picchio del Dipartimento Previdenza Cisl e il dott. Raffaele Bruni Presidente BM&C Società Benefit Consulente di Fondi Pensione.

Nel corso dei loro interventi, di alto profilo tecnico-istituzionale molto apprezzati dai partecipanti, i relatori hanno approfondito alcuni argomenti quali:

  • la previdenza pubblica: le ragioni della insostenibilità di bilancio;
  • la previdenza integrativa: che cos’è, come funziona, perché è importante, quali i vantaggi per i giovani;
  • la previdenza complementare: uno strumento del welfare contrattuale.

Nel suo intervento conclusivo, Andrea Battistini, segretario generale First Cisl Lombardia, ha voluto sottolineare come “il sistema pensionistico sia oggetto di continui interventi legislativi volti a garantire, da una parte, continuità di reddito attraverso una rendita pensionistica per affrontare una delle fasi più delicate della vita delle persone, dall’altra l’equilibrio finanziario del sistema”.

“Per raggiungere questo obiettivo, a fronte del basso tasso di sostituzione, ossia del rapporto tra prima pensione e ultimo stipendio percepito prima del pensionamento – ha continuato Battistini – è stata fortemente incentivata, anche attraverso una fiscalità di favore, la costituzione di un pilastro complementare integrativo attraverso l’adesione volontaria a forme di previdenza complementare.

La diffusione della previdenza integrativa in Italia, purtroppo, rispetto ad altri Paesi europei, è ancora abbastanza limitata, con 9,1 milioni di adesioni, e circa 10 milioni di posizioni aperte.

Una situazione determinata in parte dai bassi salari, ma fortemente condizionata da un basso tasso di alfabetizzazione e di educazione finanziaria, che non sempre favorisce scelte finanziarie e previdenziali consapevoli e responsabili.

La previdenza complementare non può però essere utilizzata per ‘fare cassa’ con interventi modificativi e peggiorativi della disciplina fiscale, come già avvenuto sui rendimenti annui dei fondi pensione, se si viola il patto di adesione, peraltro vincolante, si mette in discussione la credibilità dell’intero sistema di previdenza integrativa.

Il sistema di finanziamento a ripartizione, che caratterizza il nostro sistema pensionistico obbligatorio, prevede che i contributi sociali raccolti in un periodo vengano utilizzati per finanziare le pensioni erogate nel periodo stesso, quindi, il diritto a ricevere la pensione deriva dall’avere finanziato, attraverso i contributi sociali, le pensioni delle generazioni precedenti.

Si realizza pertanto un vero e proprio patto tra generazioni.

Al di fuori dei tecnicismi tipici di questa materia, la mia attenzione è volta proprio a mettere in evidenza come questo ‘patto’ potrebbe e dovrebbe costituire il punto di congiunzione e l’architrave per unire le generazioni, invece di dividerle.

Da una parte c’è la legittima e comprensibile aspettativa di chi, dopo anni di lavoro, vuole andare in pensione il prima possibile mantenendo un livello di reddito adeguato, dall’altra le giovani generazioni che operano in un mercato del lavoro complesso e frammentato, con contratti spesso discontinui e precari, e guardano al loro futuro con preoccupazione, in mezzo a tante incertezze, quantomeno in materia previdenziale.

È un equilibrio difficile da realizzare, in particolare garantendo la sostenibilità finanziaria del sistema: lo dimostrano i continui interventi legislativi, limitati nel tempo e mai strutturali, che non danno certezze, per l’appunto perché oggetto di continue riforme, più che di ricalibrature.

Per garantire equità e unire le generazioni intorno a questo ‘patto’ servirebbero:

  • forme di maggiore flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e di accesso alle prestazioni pensionistiche;
  • una maggiore diffusione e un deciso rafforzamento della previdenza complementare;
  • maggiore attenzione all’educazione finanziaria delle persone, anche in ambito scolastico, una visione di lungo periodo anche da parte del legislatore, spesso più attento al consenso politico del momento, che agli effetti delle proprie scelte nel lungo periodo.

First Cisl Lombardia, con i suoi interventi formativi in ambito scolastico che stanno coinvolgendo tutto il territorio regionale, sta già dando un importante contributo sul versante dell’educazione finanziaria.

Il sindacato confederale, attraverso il confronto con il Governo – ha concluso Battistini – ha un ruolo fondamentale nel favorire la ricerca del delicato equilibrio tra diritti, aspettative, progetti di vita, sostenibilità del sistema, dignità e sostegno alle persone nella terza età, maggiore sicurezza e coesione sociale”.

Comunicazione First Cisl Lombardia

Allegato:  documento conclusioni Battistini