Banche, Tavolo Competitività, essenziale il coinvolgimento delle banche

Nelle scorse settimane si è riunito il “Tavolo Competitività” di Regione Lombardia per discutere del problema relativo all’accesso al credito delle Pmi a cui hanno partecipato, oltre alla Cisl, Finlombarda, Confidi, Abi e le associazioni datoriali e sindacali.

L’obiettivo del Tavolo, così come prospettato dall’Assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi, è quello di ricercare e definire soluzioni, strumenti e interventi, in una logica di filiera del credito, da proporre al Governo e da mettere in campo direttamente come Regione.

In rappresentanza della Cisl lombarda ha partecipato il Segretario generale regionale di First Cisl Andrea Battistini che, condividendo le preoccupazioni e le aspettative espresse negli interventi dai rappresentanti delle associazioni presenti, ha sottolineato come in questa fase particolarmente complessa è importante che il sistema del credito garantisca un adeguato sostegno alle imprese e alle famiglie.

Il quadro regolatorio impone diversi limiti, quelli dell’EBA (Autorità Bancaria Europea), quelli dell’Unione Europea – dal Fiscal Compact agli “aiuti di Stato” che mettono sempre a rischio il sistema delle garanzie statali – ma abbiamo il dovere di sensibilizzare il Governo su:

  • il rinnovo delle moratorie che hanno permesso di congelare i vecchi prestiti, 700.000 imprese e quasi 27 miliardi di euro di finanziamenti congelati sono in scadenza;
  • l’estensione dell’operatività delle garanzie pubbliche sui nuovi finanziamenti. Nel corso del 2022 e 2023 la graduale uscita dalle misure emergenziali comporterà l’aumento dei crediti deteriorati, alzando quindi il rischio di insolvenza e, di conseguenza, una stretta nella concessione del credito, alimentando una pericolosa spirale recessiva.

Le norme europee sugli aiuti di Stato e le norme dell’EBA costituiscono degli ostacoli al sostegno pubblico alle imprese che, considerata la situazione, andrebbero rivisti.

E’ necessario garantire liquidità alle imprese per evitare situazioni di sovraindebitamento, crisi aziendali e ricerca di soluzioni attraverso canali alternativi legati alla criminalità e all’usura.

Il processo di aggregazione dei gruppi bancari sta comportando una significativa diminuzione del numero degli operatori del settore, oltre che degli addetti e della rete di filiali, e una concentrazione del sistema creditizio, sempre più lontano dal territorio.

La scelta di chiudere progressivamente gli sportelli bancari (in Lombardia -28% in 10 anni, 1 Comune su 3, oggi, è privo di uno sportello bancario) non è giustificabile solo dalla maggiore propensione della clientela all’utilizzo dei canali alternativi, ma dalla ricerca esasperata di maggiori profitti, e minori costi.

In questo contesto, appare del tutto evidente come la tradizionale attività creditizia delle banche a sostegno del territorio e anche delle PMI sia a rischio, circostanza lamentata da diverse associazioni al tavolo.

Le PMI hanno spesso difficoltà a formare personale in grado di gestire le attività finanziarie a supporto dell’impresa, sia per i costi, che per l’assenza di sensibilità in merito all’importanza di un’adeguata pianificazione finanziaria; il bancario “addetto imprese” dovrebbe restare un punto di riferimento per le aziende, per supportarle nella loro crescita.

Il sostegno delle banche alle realtà del territorio, anche attraverso il co-finanziamento dei progetti regionali, va garantito; sarebbe importante dare maggiore evidenza delle aziende creditizie che aderiscono, in una logica di compartecipazione e di sistema, affinché la territorialità da slogan si traduca in comportamenti coerenti e sostenibili.

In particolare, a fronte di una congiuntura straordinaria come quella attuale, le PMI non dovrebbero essere giudicate solo in base al rating, andrebbero valutati meglio gli elementi di contesto, per evitare un giudizio “ordinario”, in una situazione che non lo è.

Se il bilancio d’esercizio è il punto di partenza, l’analisi andamentale esprime la regolarità nell’utilizzo delle linee di credito a breve termine e la regolarità nel rimborso dei finanziamenti, quindi conta quanto quella numerica e va valutata insieme all’analisi qualitativa (chi opera, chi decide, chi rischia capitali propri, se vi è continuità aziendale e/o generazionale in ambito familiare, se vi è un chiaro piano d’impresa con numeri attesi, ragionati, conseguibili, fondati…).

In sintesi, la nostra proposta:

  • fare pressione sul Governo per il rinnovo delle moratorie;
  • estensione dell’operatività delle garanzie pubbliche sui nuovi finanziamenti;
  • prevedere la possibilità di attivare un sistema di garanzie pubbliche, utili a smobilizzare parte della giacenza di liquidità sui c/c (pari a oltre 1100 miliardi di €), da indirizzare alle imprese e al sostegno del tessuto economico, produttivo e sociale;
  • prevedere degli incentivi per favorire il mantenimento anche nei territori periferici delle filiali, per garantire servizi e sostegno alle economie locali attraverso il credito, la conoscenza diretta della clientela e delle aziende, la consulenza finanziaria e societaria degli addetti al settore;
  • dare evidenza pubblica delle banche che attivano forme di co-finanziamento con la Regione per sostenere le imprese, al fine di incentivare anche i grandi gruppi a fare la loro parte.

Comunicazione First Cisl Lombardia

All.: documento “Banche, Tavolo Competitività, essenziale il coinvolgimento delle banche …”