First Cisl Lombardia, risposte insufficienti dalle aziende

COVID-19: RISPOSTE INSUFFICIENTI DALLE AZIENDE. E’ IL MOMENTO DI CAMBIARE PASSO!

“Lo sviluppo delle moderne tecnologie mediche e diagnostiche, nonché l’accesso universalistico e gratuito alle cure sanitarie, ha permesso alle generazioni di vivere in una condizione crescente di maggiore sicurezza e salute.

Molte delle patologie che, in passato, erano mortali, oggi vengono curate con medicine una volta sconosciute, favorendo una qualità della vita migliore e un prolungamento della stessa. Lo sviluppo delle telecomunicazioni e dei trasporti ha favorito la circolazione delle informazioni, delle persone e dei beni, abbattendo le distanze fisiche e culturali.

Lo sviluppo tecnologico e la diffusione di un modello economico consumistico e di massa hanno però determinato anche una serie di effetti negativi sulla vita delle persone e l’ambiente.

L’agenzia europea per l’ambiente (2019) ci ricorda che, ogni anno, oltre 400.000 persone in Europa muoiono a causa dell’inquinamento dell’aria.

Un dato impressionante, di cui si parla poco, e che purtroppo non è sufficiente, oggi, a convincere i suoi 500 milioni di abitanti a modificare in modo significativo le abitudini di vita poco sostenibili.

Il dogma della crescita economica continua e incondizionata, in particolare legato alla crescita del PIL (un “miraggio” per molti economisti), era già stato messo in discussione nel 2000 da P. Krugman e sta manifestando da diversi anni la sua debolezza, aprendo nuove riflessioni sul rapporto tra UOMO ed ECONOMIA.

Riflessioni profonde, che iniziano già nell’antichità con i primi filosofi, e arrivano fino al “Nuovo umanesimo dell’attività economica” di Papa Francesco. “Quale rapporto esiste tra economia e persona?”

Non abbiamo la presunzione o la pretesa di dare una risposta a un quesito tanto complesso in poche righe, ma abbiamo il DOVERE di rappresentare il nostro pensiero e condividere le nostre riflessioni, richiamando ciascuno alle proprie responsabilità.

In questi giorni stiamo assistendo, nostro malgrado, a uno scontro culturale, diremmo antropologico, sul rapporto tra persona ed economia.

E’ evidente nella confusa discussione politica per il contrasto del Coronavirus, lo è ancor di più nei provvedimenti che ne conseguono.

Non è il tempo della polemica, dobbiamo concentrare le nostre energie positive per combattere questo nuovo nemico, sconosciuto e temibile, ma non indistruttibile, senza creare allarmismi e ansie.

Questo “scontro” tra priorità (persona Vs economia) sta emergendo in maniera evidente da provvedimenti ambigui e parziali, che lasciano ampi spazi interpretativi e di autonomia, che rischiano di vanificarne la portata.

Pur riconoscendo l’eccezionalità del momento, che non ha precedenti, e il grande impegno che tutti stanno mettendo per gestire una delicata situazione dalle evoluzioni ormai giornaliere poco prevedibili, servono REGOLE CERTE, PRECISE, DIFFUSE ED ESIGIBILI, che accompagnino lo sforzo individuale e lo indirizzino.

ABI, AGENZIA DELLE ENTRATE/RISCOSSIONE, ANIA E FEDERCASSE NON STANNO DANDO RISPOSTE SUFFICIENTI!

La tutela della salute è un DIRITTO DELL’INDIVIDUO, oltre ad un INTERESSE PRIMARIO PER LA COLLETTIVITA’.

E’ l’unico diritto della Costituzione ad essere qualificato come inviolabile.

COSA CHIEDIAMO ALLE AZIENDE?

RESPONSABILITA’, VICINANZA AI COLLEGHI E AI TERRITORI, SOLIDARIETA’, RISPETTO, RISPOSTE CONCRETE!!

Oggi mancano risposte concrete, ci si è limitati, generalmente, a risposte estemporanee, coerenti con i provvedimenti legislativi (chiusura nella “zona rossa”), ma insufficienti a tutelare i colleghi e chi accede ai luoghi di lavoro.

Mancano responsabilità e vicinanza ai territori, situazioni eccezionali richiedono interventi eccezionali.

Riaprire filiali in zone considerate fino a pochi giorni fa “rosse”, reclutando “volontari”, lasciare aperte le unità produttive, seppure a orario ridotto, in aree ad alta intensità di contagi, è responsabile??

Non c’è di mezzo solo la salute di chi ci lavora, ma la salute pubblica, in particolare dei più deboli e vulnerabili, ma non solo la loro, e la tenuta del sistema sanitario lombardo.

Non vogliamo nemmeno commentare i comportamenti organizzativi finalizzati al raggiungimento del budget e le conseguenti pressioni commerciali.

Probabilmente c’è chi non ha ancora capito la gravità della situazione e che si sente onnipotente, arriverà il momento in cui ne renderà conto.

Abbiamo ascoltato i virologi, gli esperti, i medici e gli infermieri, o li abbiamo solo sentiti? E il legislatore, come interpreta il rapporto tra persona ed economia??

Per ora in modo ambiguo ma, a volte, “tenere i piedi in due scarpe” non paga!

COSA ASPETTIAMO?????

L’EMERGENZA E’ ADESSO!!

Il diffuso utilizzo dello smartworking doveva essere una realtà già prima dell’emergenza, ma la salvaguardia dei modelli organizzativi tradizionali ha sempre prevalso sulle necessità di conciliazione dei lavoratori e sull’adozione di nuove e diverse modalità di esecuzione del rapporto di lavoro.

Non dobbiamo e non vogliamo diffondere paure e ansie ulteriori, ma TRASFORMARE LA PAURA IN UN VACCINO PER CONTRASTARE LA DIFFUSIONE DEL VIRUS.

Lo slogan “RIMANI A CASA”, vale per chi è obbligato ad andare in ufficio o in filiale?

O ci si mobilita tutti, senza sottovalutare la situazione, o si rischia di vanificare gli sforzi del personale medico e di chi assume comportamenti responsabili.

Ma servono le condizioni per potersi mobilitare, e OGGI NON CI SONO, NON SONO SUFFICIENTI! SERVE UNO SFORZO ULTERIORE.

Tutto è rimesso alle iniziative aziendali, senza una comune regia, con un quadro normativo, come detto, ambiguo e a maglie larghe, con soluzioni INSUFFICIENTI. MANCANO RISPOSTE, MENTRE IL SISTEMA SANITARIO LOMBARDO SI AVVIA ALLA SATURAZIONE, COSA ASPETTANO LE ASSOCIAZIONI DATORIALI AD ASSUMERE INIZIATIVE FORTI ED EFFICACI??

E’ ANCHE IL MOMENTO DEI FATTI, GLI OSPEDALI HANNO BISOGNO DI NUOVI SPAZI E DI POTENZIARE LA APPARECCHIATURE, ADESSO!

SERVONO DONAZIONI, AL MOMENTO SONO NOTI IMPEGNI FINANZIARI DI DA PARTE DI ALCUNI ISTITUTI DI CREDITO, MA NON DI TUTTI. COSA ASPETTIAMO? SERVE UN DIVERSO APPROCCIO VERSO I LAVORATORI, “RIMANI A CASA” NON DEVE ESSERE UNO SLOGAN, L’ECONOMIA PUO’ ASPETTARE, LA PREVENZIONE E’ IL MIGLIORE INVESTIMENTO.

E’ IL TEMPO DEI FATTI E DELLA SOLIDARIETA’, DEI NERVI SALDI, MA DELLA RESPONSABILITA’ DA PARTE DI TUTTI.”

Segreteria First Cisl Lombardia

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