Coronavirus, zona rossa, circa 650 i lavoratori del settore finanziario coinvolti

In un momento particolarmente complesso come quello attuale, First Cisl Lombardia – tramite le proprie Rappresentanze sindacali sparse sul territorio regionale – ha voluto fotografare la situazione in merito al numero dei lavoratori di settore coinvolti direttamente o indirettamente nella cd “zona rossa”.

La chiusura delle filiali e l’impossibilità di mobilità delle persone residenti nella “zona rossa” ha determinato l’assenza forzata dal lavoro di circa 650 lavoratori.

Il dato deriva da un’analisi eseguita sui comparti: Assicurativo, Agenzia delle Entrate-Riscossione, Credito cooperativo, Authhorities oltre alle principali realtà del mondo Abi (copertura pari a circa il 75%).

I grandi Gruppi e la quasi totalità dei soggetti coinvolti hanno costituito “Unità di crisi” per monitorare costantemente la situazione, esteso l’utilizzo dello smart working, adottato misure preventive (guanti, mascherine, pulizia dei luoghi di lavoro), misure organizzative (chiusure pomeridiane degli sportelli in molte realtà, permessi retribuiti, limitazioni/blocchi per trasferte e missioni, riunioni in videoconferenza) e misure di prevenzione specifiche per i lavoratori che soffrono di immunodepressione e le lavoratrici in stato di gravidanza.

Lo strumento dello smart working è stato utilizzato come misura preventiva per evitare il contagio, gestire la preoccupazione di molti lavoratori, in particolare pendolari e situazioni specifiche per chi è venuto in contatto con soggetti risultati positivi.

Tutte le grandi banche hanno incrementato sensibilmente l’utilizzo dello smart working ma non tutte hanno dati aggiornati (Gruppo Intesa: è passato in pochissimo tempo da 13.000 a circa 20.000 lavoratori in SW, specialmente in Lombardia e Veneto, in zone gialle – State Street: 85% dei lavoratori in smart working (480), rispetto al 25% ante-virus – Nexi: presente in regione solo con uffici interni e call centre a Milano, 300 lavoratori circa in smart working).

Una soluzione adottata anche dal comparto Assicurativo e dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione

L’eventuale diffusione del virus nei grandi centri direzionali e di back office presenti, in particolare, su Milano (secondariamente Bergamo, Brescia, Lodi), preoccupa perchè l’elevato numero dei lavoratori potenzialmente coinvolti (decine di migliaia), e le ricadute organizzative, sarebbero pesantissime, quindi il quadro oggi rappresentato potrebbe essere stravolto tra qualche giorno. Per questo motivo auspichiamo che le misure preventive adottate siano efficaci.

Comunicazione First Cisl Lombardia