Sindacati, necessario lavorare a un patto per l’occupazione giovanile

“Nella mattina di oggi si sono riuniti i Segretari Generali di categoria che oltre a ribadire il positivo risultato ottenuto con il rinnovo del CCNL del credito, auspicano un ancor più forte coinvolgimento delle lavoratrici e lavoratori rispetto ai processi aperti nel sistema bancario”, è quanto si legge in un comunicato unitario dei segretari generali ripreso sul sito nazionale First Cisl.

“La valutazione dello stato del settore – spiegano i segretari generali – anche a fronte dei piani industriali presenti e futuri, rende necessario lavorare per un patto per l’occupazione giovanile attraverso un numero rilevante di assunzioni. Dovrà essere chiaro che tutti gli eventuali esuberi dovranno essere al netto delle uscite fisiologiche e sul punto si richiederà la certificazione del numero delle uscite e delle assunzioni”.

Rispetto alla vicenda di Banca Carige “si evidenzia che eventuali nuovi piani industriali che taglino di nuovo occupazione non saranno accettati. Non c’è spazio per commissari e amministratori da passerella, dei quali fra l’altro sarebbe opportuno che vengano resi noti gli emolumenti. Nel caso in cui dovesse essere rivisto il piano industriale di Carige – prosegue il comunicato – si andrà immediatamente allo scontro”.

Sulla situazione di Banca Popolare di Bari “si ribadisce l’attenzione alla conservazione dei livelli occupazionali e al territorio. L’Istituto barese deve tornare ad essere una Banca a servizio del territorio già duramente colpito dalla crisi dell’industria. Sulla questione, e rispetto anche agli ultimi pesanti accadimenti – sottolineano Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin –  unitariamente si confida pienamente nel lavoro di indagine e accertamento che la magistratura porrà in essere”.

Rispetto al piano industriale Unicredit, “l’Istituto ha rappresentato un’eccedenza di 6000 persone in Italia; per il sindacato unitario sono eccessivi, e soprattutto il problema vero è la chiusura di 450 sportelli. Bisognerà capire, perché il dato è unitariamente posto in dubbio se tutti i 450 sportelli sono in reale passività, questo anche per contrastare il rischio di mobilità pesante che penalizza in primo luogo le donne e le situazioni più svantaggiate. Anche qui si porrà con forza la richiesta di ricambio generazionale con un importante numero di assunzioni”.

“Richiesta che vale a livello nazionale – precisano i segretari generali – e che quindi sarà portata sul tavolo anche delle altre banche che dovessero dichiarare esuberi, quindi anche per Ubi Banca e Banco Bpm, che nelle prossime settimane presenteranno i propri piani industriali”.

A conclusione del comunicato unitario Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin esprimono “diffidenza verso chi afferma che nel Paese ci sia meno esigenza di fare banca; è invece chiara l’esigenza di fare banca coniugando il lavoro con l’innovazione tecnologica e salvaguardando anche le fasce sociali più deboli che non hanno una capacità digitale pronunciata. Sia chiaro che il sindacato con responsabilità attiverà tutti i meccanismi di mobilitazione a tutela delle persone, dei territori e di tutto il Paese”.

Il comunicato unitario