Battistini, non ci sono lavoratori se non c’è lavoro

Di seguito l’editoriale di Andrea Battistini, segretario generale First Cisl Lombardia, in occasione della Festa del Primo Maggio.

“Festa dei lavoratori, una ricorrenza importante che deve farci riflettere e che può essere un’occasione per ricordarci cosa rappresenti la dimensione del lavoro nella società e per le persone.

Non ci sono lavoratori se non c’è lavoro,  può apparire come uno slogan magari un pò retorico o come una ovvietà, ma la realtà del mercato del lavoro, la complessità dei mercati globali, la frammentazione sociale, le disuguaglianze sociali, i tentativi di “deregulation” e  di indebolimento dei diritti dei lavoratori, la scarsa sensibilità per gli “esclusi”, rendono il tema del lavoro centrale nel dibattito sociale e politico, se si vogliono realizzare i principi e gli ideali che tengono insieme la nostra società, quelli voluti dai padri costituenti e che sono ben rappresentati nella nostra Costituzione.

Un terzo dei principi fondamentali della Costituzione è dedicato al lavoro, l’art. 1 ci ricorda che la Repubblica è fondata sul lavoro, l’art. 4 configura il lavoro come diritto del cittadino e suo dovere, gli artt. 2 e 3 ribadiscono che “la Repubblica richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale ed è sempre compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori alla organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

L’ art. 35 ribadisce che “la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni”, l’art. 36 precisa che “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa” (quindi, implicitamente, ad un lavoro che glielo consenta), gli artt. 37 e 38 indicano le categorie a cui garantire maggiori attenzioni e tutele: donne, minori, inabili.

L’art 39 “L’organizzazione sindacale è libera”, riconosce libertà di associazione per i lavoratori, partendo dal principio fondamentale su cui si fonda la Repubblica, il lavoro, nel citato art. 1; l’art. 40 garantisce il diritto di sciopero, nell’ambito delle leggi che lo regolano.

L’art 41 sancisce che “l’iniziativa economica privata è libera”, ma subito precisa che “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.

Viviamo in una società in continua trasformazione, caratterizzata da un mercato del lavoro fortemente segmentato nel quale alcuni godono di diritti e di protezione ma molti sono esclusi, la partecipazione delle donne è ancora troppo bassa e le loro carriere sono limitate da un “soffitto di cristallo” che le penalizza, tra il nord e il sud del Paese continuano ad esserci profonde differenze e opportunità di partecipazione, la disoccupazione giovanile è una piaga, la precarietà è divenuta una condizione stabile e permanente per un’intera generazione. Questa situazione, di fatto, impedisce la realizzazione dei principi e degli obiettivi che la Costituzione ci impone, minando la coesione sociale e creando una società di diseguali.

Papa Francesco, in occasione del Congresso della Cisl, ci riporta al senso stesso del lavoro e alla sua dimensione più umana: “Persona e lavoro devono stare insieme, il lavoro senza persona è disumano, ma la persona senza lavoro è parziale, incompleta perché la persona si realizza in pienezza quando diventa lavoratore, l’individuo si fa persona quando si apre agli altri, alla vita sociale, quando fiorisce nel lavoro. La persona fiorisce nel lavoro. Il lavoro è la forma più comune di cooperazione che l’umanità abbia generato nella sua storia, ogni giorno milioni di persone cooperano semplicemente lavorando: educando i  nostri bambini, azionando apparecchi meccanici, sbrigando pratiche in ufficio. Il lavoro è una forma di amore civile: non è un amore romantico, né sempre intenzionale, ma è un amore vero, autentico, che ci fa vivere e porta avanti il mondo”.

Il Primo Maggio deve essere un’occasione per fermarci a riflettere sul lavoro nelle sue diverse dimensioni, e sulla sua vera natura”.

Comunicazione First Cisl Lombardia