Battistini, un momento di riflessione, con lo sguardo al futuro

Si chiamava Antonio Megalizzi, aveva 29 anni, collaborava come giornalista volontario di radio Europhonica e aveva una grande passione, l’Europa.

E’ morto, ammazzato in modo vile per mano di un folle, vittima dell’odio e dell’intolleranza. L’unica colpa, essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Antonio era un grande sostenitore dell’Europa e perseguiva con entusiasmo un’idea alternativa all’antieuropeismo e allo scetticismo diffusi: creare una rete internazionale di giovani per raccontare la vita delle istituzioni europee e dei suoi cittadini e promuovere una nuova e diversa idea di Europa, orientata al futuro, basata sull’integrazione, senza speculazioni politiche e senza alibi, perché un giovane senza una prospettiva è un giovane senza un futuro.

E’ morto, ma la sua idea ora potrebbe concretizzarsi con il sostegno delle università e delle istituzioni, trovando gambe sulle quali proseguire il cammino da lui avviato.

Non ho avuto la fortuna di conoscerlo, ma la sua storia mi ha colpito; con Antonio condivido la grande passione per l’Europa, nonostante le tante contraddizioni che la caratterizzano, alimentate dagli egoismi nazionali, dagli stereotipi, dalla situazione economica, dalla crescita delle disuguaglianze, dalla rigidità delle regole di bilancio e dalla poca attenzione alle politiche sociali.

Questo ragazzo, e tutti quelli come lui che vedono un presente e, soprattutto, un futuro, diversi da quelli che li si vuole rappresentare, cambiano il mondo semplicemente guardandolo con occhi diversi, e sono una speranza per la società tutta.

Il nostro Paese, i corpi intermedi, le istituzioni, hanno il dovere di valorizzare e sostenere le idee dei tanti ragazzi che combattono il pregiudizio, il pessimismo, la cultura dell’odio e della diffidenza, il nichilismo che, secondo alcuni, li caratterizza, e che portano avanti con passione, entusiasmo e amore disinteressato un’idea di società integrata ed accogliente, dando piena cittadinanza anche politica ai giovani, Purtroppo, spesso, i riflettori della scena si accendono troppo tardi, e il valore delle idee e delle persone viene riconosciuto postumo.

In questi momenti è opportuno fermarsi, riflettere, guardarsi intorno, farsi un esame di coscienza, per non avere dubbi sul fatto di avere trascurato, banalizzato, non considerato adeguatamente sensibilità, idee, persone, suggerimenti, convinti di essere sempre sulla giusta strada. Il lavoro del sindacalista e di chi ha ruoli pubblici, di rappresentanza, amministrazione del bene comune, dovrebbe essere anche questo, ascoltare gli altri, in particolare i giovani, valorizzare le idee, gestire i cambiamenti, affrontare a testa alta le nuove sfide con i piedi nel presente, ma lo sguardo al futuro.

First Cisl Lombardia e i suoi territori ci stanno provando.

Buon Natale a tutti.

Andrea Battistini