Romani, remunerazione top manager, regole per escludere azzardi nella gestione

“Considerate le varie voci di remunerazione e il fair value delle azioni ricevute come incentivo – spiega il responsabile dell’Ufficio Studi di First Cisl, Riccardo Colombani – il ceo di Intesa, Carlo Messina, ha incassato quasi 5,5 milioni di euro, che equivalgono allo stipendio medio annuo di 122 dipendenti del gruppo: sono 15 mila euro al giorno, inclusi i festivi”; dati emersi da una ricerca circa le retribuzioni dei manager del settore del credito, condotta appunto dall’Ufficio Studi di First Cisl.

“Ci vuole subito una legge – sottolinea Giulio Romani, segretario generale First Cisl – per stabilire un tetto e soprattutto legare le retribuzioni dei manager a obiettivi di carattere sociale in un arco temporale di medio lungo termine”.

Un fine settimana impegnativo per First Cisl che, analizzando i dati relativi ai compensi riservati ai manager, ha evidenziato la sproporzione delle retribuzioni tra “Soldati” e “generali”, in un settore che da tempo costruisce il suo “rilancio” esclusivamente sulla riduzione del costo del personale.

La proposta di First Cisl, contenuta anche nel manifesto AdessoBanca!, prevede che, come evidenzia Romani, “almeno un terzo dei salari manageriali debba essere vincolato all’effettivo conseguimento di obiettivi, verificabili, di natura sociale quali, ad esempio, la crescita dell’occupazione, la stabilità di valore dei prodotti finanziari emessi, la qualità del credito erogato e l’offerta di educazione finanziaria alla clientela”. Quindi, continua Romani, “le politiche di remunerazione dei top manager andranno verificate da commissioni paritetiche tra aziende e rappresentanze dei lavoratori e l’assemblea dei soci dovrà esprimersi in merito. Sono regole che mirano ad escludere azzardi nella gestione manageriale e per questo crediamo che la loro eventuale violazione diventi un vero e proprio fattore di rischio operativo e comporti dunque uno specifico accantonamento a riserva e l’inibizione dall’emissione di obbligazioni subordinate”.

“Quando si dice che per mettere insieme la retribuzione di un CEO ci vogliono gli stipendi di 122 lavoratori – commenta Pier Paolo Merlini, segretario generale First Cisl Lombardia – balza agli occhi la distonia e la sproporzione del rapporto. Contraddizioni che risultano evidenti anche in quelle retribuzioni – inferiori come dimensioni, ma che non trovano alcuna ragione viste le crisi che in quelle aziende si vivono – relative a manager di banche di medie dimensioni quali, a esempio, Creval e Carige, dove occorrono dai 15 ai 29 stipendi dei lavoratori per mettere insieme le retribuzioni dei rispettivi AD. Non si tratta sicuramente di colpire chi guida le aziende del sistema del credito in Italia, al contrario, ma la valorizzazione del lavoro non può passare attraverso logiche e criteri che risultano incomprensibili. First Cisl Lombardia, rappresentando tutte le professionalità del sistema  conclude Merlini – afferma con forza la necessità di regole chiare e trasparenti, propedeutiche alla valorizzazione delle reali capacità dei manager ovvero coloro che dovrebbero garantire lo sviluppo del sistema creditizio. Un sistema in grado di dare una prospettiva di progresso a tutto il Paese”.

Comunicazione First Cisl Lombardia

Ripresa articolo ANSA