Non c’è lavoro, i giovani italiani lasciano il Paese

Il rapporto italiani nel mondo 2017 della Fondazione Migrantes della Cei – presentata a Roma lo scorso 17 ottobre – ha evidenziato, nella sua XII edizione, che sono ormai circa 5 milioni gli italiani che vivono all’estero, l’8,2% della popolazione nel suo complesso.

Nel 2016 sono stati 124.000 le persone che hanno lasciato il nostro Paese con un incremento annuo del 3,3% e di questi 48.600 (+ 23,3% rispetto al 2015) nella fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni. Un flusso di partenze che sembra non avere fine che coinvolge soprattutto i giovani. Si emigra in cerca di una opportunità di lavoro, in linea con le aspettative professionali di ciascuno e dalla prospettiva di un riscatto socio/economico in relazione anche ai cicli scolastici frequentati. Il 29,7% di chi si trasferisce all’estero, infatti, ha almeno un diploma di scuola media superiore.

In Lombardia, sono circa 23.000 le persone che nel 2016 hanno lasciato la regione per trasferirsi all’estero, il numero più alto in assoluto. Un dato preoccupante per un territorio che viene definito “capitale finanziaria” d’Italia.

“Si tratta di un problema che ci coinvolge direttamente. Il lavoro – dichiara Pier Paolo Merlini, segretario generale First Cisl Lombardia – non si crea certo per legge o per decreto, ma sicuramente provvedimenti specifici e mirati a sostegno del mondo del lavoro sono indispensabili per la tenuta dei livelli occupazionali. Abbiamo il dovere di creare le condizioni per ‘trattenere’ i nostri giovani, offrendo loro opportunità adeguate alle loro esigenze e alla loro realizzazione come persone in quanto tali. Dobbiamo unire le forze, parti sociali e Istituzioni, territori e distretti produttivi, e tutti insieme focalizzare un unico obiettivo. Lavorare insieme perché solo insieme si può vincere e guardare al futuro con speranza. Separati e in antitesi non si costruisce nulla. Come Lombardia – conclude Merlini – stiamo lavorando in questo senso. Quello che serve è una visione di lungo periodo, con soluzioni urgenti, che mettano al centro il lavoro e le persone”.

Comunicazione First Cisl Lombardia