Desertificazione Bancaria, proposte e riflessioni nella Tavola Rotonda promossa dalla First Cisl Campania

Si è tenuta oggi, presso lo Starhotel Terminus di Napoli, la Tavola Rotonda proposta dalla First Cisl Campania sul tema ‘Quali politiche per la coesione territoriale nel contesto della desertificazione bancaria’, che ha avuto come ospiti Antonio Marchiello (Assessore alle Attività produttive della Regione Campania), Luigi Traettino (Presidente di Confindustria Campania), Amedeo Manzo (Presidente Bcc Napoli), Felice Delle Femine (Direttore Generale Banca di Credito Popolare), Doriana Buonavita(Segretaria Generale Cisl Campania), Riccardo Colombani (Segretario Generale First Cisl).

Nella sua introduzione, Anna Borriello, Segretario Regionale First Cisl Campania ha manifestato l’auspicio che da questo convegno possa nascere un’alleanza che abbia come finalità lo sviluppo della nostra Regione che ponga al centro l’uomo e non il profitto a tutti i costi.

Carlo D’Onofrio Resp. Comunicazione First Cisl Nazionale, che ha moderato il convegno, ha dichiarato, in apertura dei lavori, che la desertificazione è sotto i riflettori da tempo, ma la First Cisl ha un ruolo importante per arginarla. Ha infatti costituito un Osservatorio nazionale sul tema che costituisce un riferimento primario a livello nazionale.

Di seguito, uno stralcio delle dichiarazioni dei partecipanti.

Antonio Marchiello (Assessore alle Attività produttive della Regione Campania): la Regione si occupa e si preoccupa dell’economia regionale ed il confronto on le OO.SS. è quotidiano. Oggi è cambiato l’atteggiamento dei dipendenti verso i clienti. Le fusioni bancarie hanno creato la necessità di ridurre gli sportelli. Le banche hanno un ruolo chiave per lo sviluppo territoriale. Spesso però i tempi sono troppo lunghi e possono creare problemi agli imprenditori. Il PNRR e le Zes (Zone economiche speciali) possono costituire strumenti importanti per sviluppare l’economia territoriale.

Luigi Traettino (Presidente di Confindustria Campania): la desertificazione è intervenuta per due ragioni in Campania:

1) le Direzioni Generali delle banche sono al centro nord e in pochi casi al Sud;
2) i tassi zero degli ultimi anni hanno prosciugato i conti economici delle banche e reso necessari dei tagli ai costi.

Come si può colmare questo Gap? Utilizzando la finanza pubblica per accompagnare la finanza bancaria con capitali pubblici a garanzia per rafforzare il deficit strutturale di capitali del nostro territorio. Manca un mercato di capitali evoluto. Il Pnrr deve colmare 3 divari: di genere, generazionale e territoriale. Inoltre dobbiamo ricordare che il Pnrr per l’80% è debito, pertanto va utilizzato per investimenti che possano risultare produttivi

A. Manzo – Presidente BCC Napoli: Il credito cooperativo ha in Italia 4200 sportelli e sviluppa un presidio in molti comuni che non hanno banche e neppure uffici postali. La vigilanza europea richiede l’efficienza che però fa a cazzotti con la prossimità e con la logica d’impresa. Noi pensiamo invece che il tema delle direzioni generali sui territori sia necessario per assecondare le esigenze dei piccoli e piccolissimi imprenditori che sfuggono alle regole del nuovo modello creditizio europeo. Oggi bisogna coniugare digitalizzazione e umanità.

F. Delle Femine Direttore – Generale BCP: i regolatori hanno lo stesso impatto e per dimensioni di banche come la Bcp sollecitano una applicazione di regole definite per i grandi gruppi. Questa complessità è molto aumentata in questi anni. Esiste solo un modo per rispondere: efficacia ed efficienza. Il nostro paese invecchia, il tessuto italiano è costituito da piccole e piccolissime aziende e c’è bisogno di ascolto. Ci vuole competenza ed empatia per favorire lo sviluppo di questo territorio. La nostra Banca investe dove raccoglie, mantiene la sede sul territorio ed accorcia la filiera del valore. I tempi di risposta devono essere brevi. La nostra quota di sportello è superiore rispetto alla quota di mercato, per cui la nostra Banca va in controtendenza. L’utilizzo del PNRR può facilitare l’attuazione di misure di sviluppo. L’impegno deve coinvolgere tutte le parti, anche quelle politiche. Un altro tema importante è quello della sostenibilità per trasformare queste occasioni in opportunità.

D. Bonavita – Segretaria Gen. Cisl Campania: prima ancora delle banche è stato lo Stato ad arretrare da alcune realtà territoriali, pensiamo ad esempio alle periferie… Tanti servizi sono stati negati perché ritenuti non produttivi. Bisogna interrogarsi anche sul tema della produttività. È più importante offrire un servizio oppure guadagnarci per effetto della sua erogazione? Prendiamo coscienza che il divario Nord – Sud è strutturale, ma il Pnrr e altri fondi comunitari dovranno essere utilizzati assieme in un’unica cabina di regia per realizzare opere che vengano portate a termine e che non restino incompiute. Dalle banche abbiamo bisogno di una forma di accompagnamento in una marea di moduli e formule complessi. Abbiamo bisogno di suggerimenti, di indirizzo, soprattutto riguardo alle start up. Gli italiani non hanno più fiducia nell’investire. Gli attori economici quindi devono recuperare questa fiducia con il coinvolgimento di tutti. Partiamo dalla valorizzazione delle nostre eccellenze.

R. Colombani – Seg. Gen. First Cisl: le cause che hanno determinato la desertificazione bancaria hanno origini antiche. In Italia nel 2000 c’era un grado di concentrazione del sistema bancario pari al 21%. Negli ultimi anni siamo arrivati a oltre il 50%. Tale concentrazione, unita all’ossessione del profitto, ha favorito la desertificazione. Dal 1990 le banche pubbliche hanno avuto un ruolo residuale, poi completamente sparito. La Regione Campania ha chiesto ai regolatori europei di intervenire per invertire questo senso. La Campania ha desertificato i comuni molto abitati questi ultimi in molti casi hanno un solo sportello bancario. Solo un quarto dei Comuni ha più di uno sportello bancario. La crisi di questi anni ha determinato un incremento della liquidità. L’utilizzo del digitale bancario in Campania è pari al 27%, una percentuale sicuramente bassa. La politica deve attivare una interlocuzione attiva e sistematica con le aziende, ma anche coi sindacati, con le associazioni dei consumatori e con tutti gli altri attori della società civile nel settore del credito e non solo. Si dovrebbe costituire un organismo con funzioni consultive che preveda la partecipazione di questi attori e guidato da una carica politica alta, che potrebbe essere il Presidente di Regione. Gli investimenti pubblici dei vari fondi devono avere come corollario gli investimenti privati e le banche hanno un ruolo importante.

Nel successivo giro di interventi, le seguenti dichiarazioni:

Antonio Marchiello (Assessore alle Attività produttive della Regione Campania): propongo un protocollo che offra uno sportello itinerante che dia un servizio in quei comuni colpiti dalla desertificazione bancaria. Il Comune potrebbe offrire una stanza dove occasionalmente un dipendente potrebbe prestare la sua consulenza.

Luigi Traettino (Presidente di Confindustria Campania): d‘accordo sul fare sistema perché il confluire di diverse prospettive può portare a buoni risultati. Bisogna restituire all’impresa centralità come luogo di progresso economico e sociale di un territorio.

Amedeo Manzo (Presidente Bcc Napoli): il Credito Cooperativo in Campania è presente un maniera importante. Il tema della biodiversità bancaria è importante perché le regole non possono essere le stesse e questo crea difformità importanti. Propongo con un appello accorato un consolidato intellettuale affinché i napoletani investano in banche del territorio evitando che i nostri risparmi arricchiscano le banche del Nord.

Felice Delle Femine (Direttore Generale Banca di Credito Popolare): le banche del territorio possono offrire una competenza personalizzata che spesso fa la differenza. Quindi digitalizzazione sì, senza tralasciare l’importanza della fisicità e del rapporto personale. Nel nostro territorio c’è capacità produttiva, spinta all’innovazione e internazionalizzazione che possono favorire lo sviluppo. Oggi lo sportello bancario sta assumendo un’importanza strategica.

Doriana Buonavita(Segretaria Generale Cisl Campania): auspico che le due proposte portate al tavolo possano concretizzarsi.È necessaria ed urgente l’acquisizione di competenze per utilizzare i fondi europei. Bisogna valorizzare le eccellenze per creare un sistema di rete permanente che preveda buone prassi. Ognuno deve mettere sul tavolo ciò che sa fare.

Riccardo Colombani (Segretario Generale First Cisl): servono incentivi per la territorialità che va favorita ed accentuata. La digitalizzazione deve indirizzarsi verso l’algoretica, cioè l’etica dell’algoritmo. La politica deve favorire le banche del territorio che svolgono una funzione non meno importante dei grandi gruppi bancari. La proposta First è quella di destinare parte dei risparmi degli italiani in un fondo nazionale di investimento nell’economia reale, per gestire la conversione ecologica delle nostre imprese. Il fondo potrebbe essere garantito da un attore pubblico (Cassa Depositi e Prestiti) con limiti di capitale e limiti temporali per favorire un investimento in capitale di rischio delle imprese. Le filiali devono diventare il luogo della trasformazione sociale del nostro paese e in questo è necessaria la formazione del personale bancario affinché le filiali bancarie possano costituire un riferimento culturale per tutte le imprese.