In Zurich sindacati contestano piano chiusura sedi italiane, decisione azienda è strumentale

L’annuncio della chiusura di tutte le sedi Zurich presenti in Italia ha provocato la ferma reazione di First Cisl, Fisac Cgil e Fna che hanno affidato ad un comunicato la loro posizione. “Zurich; Future of Work, pronti alla lotta” il titolo del documento con il quale viene contestata la soppressione delle sedi di “Bari, Brescia, Firenze, Genova, Modena, Napoli, Padova, Rimini, Roma, Torino ed il conseguente trasferimento di 166 colleghe e colleghi sulla sede di Milano, entro il 31 dicembre 2021”.

“L’ingentissimo risparmio dei costi dell’ultimo anno e mezzo – si legge nel comunicato  –evidentemente non è bastato: l’appetito, si sa, vien mangiando, pertanto la riduzione dei costi fissi va resa strutturale, anche se ciò comporterà la desertificazione del marchio Zurich sui territori e costringerà le persone a lavorare dalla propria abitazione per l’80% delle giornate lavorative annue (le restanti, secondo le intenzioni, dovranno essere svolte all’interno di spazi di “coworking” condivisi con altre realtà lavorative, da identificare in ciascuna città), oppure si dovranno trasferire fin da subito a Milano”.

“Tutto questo – rimarcano le organizzazioni sindacali – per mettere in pratica un modello organizzativo che, secondo quanto ci è stato comunicato,avrà una durata di “almeno due anni”, dopo di che l’azienda sarà libera di decidere, a seconda dei risultati ottenuti, di abbandonare il modello e trasferire tutti in Mac9, venendo meno alle prerogative previste dal Contratto Nazionale in tema di trasferimenti!”.

Per First Cisl, Fisac Cgil e Fna, in Zurich “chiudere le sedi sul territorio diventa inoltre un modo per aggirare sostanzialmente la legge attualmente in vigore sul lavoro agile, la quale prevede che, al di là della fase emergenziale, sia necessario un accordo specifico, salvaguardando quindi la volontarietà dei lavoratori nell’aderire o meno a questa modalità di lavoro; in questo caso, invece, la chiusura della sede diventa lo strumento di ricatto per obbligare, di fatto, le persone a lavorare da casa, vista l’alternativa di essere trasferiti a Milano. D’altronde, si sa, abbiamo tutti a disposizione lussuosi attici o ville in cui lavorare con tutti i comfort del caso, per cui non vi è alcun tipo di problema nel dismettere le sedi…”.

“Zurich – prosegue la nota – decide dunque, in modo del tutto strumentale, di utilizzare la modalità di lavoro da remoto, sperimentata con successo durante la pandemia, per chiudere, dopo la sede di Fucini a Milano, tutte le altre unità produttive sul territorio, e questo nel bel mezzo di uno stato di emergenza sanitaria che già di per sé sta generando tanta apprensione ed incertezza in tutti noi per quanto concerne il futuro!!

Ci è stato infatti preannunciato che questa modalità di lavoro riguarderà anche la sede di Milano, ma è del tutto evidente che la priorità in questa fase sia il territorio”.

“Si chiudono le sedi per ridurre i costi fissi, niente male per un’azienda che si vanta di essere una compagnia “Top Employer” e davvero strano il modo di manifestare vicinanza ai clienti ed agli agenti, chiudendo le sedi sull’intero territorio nazionale”.

“Da parte nostra – ribattono le organizzazioni sindacali – siamo rimasti davvero sconcertati davanti a questa riorganizzazione e cercheremo, pertanto, di fare tutto quello che è possibile per contrastare questa decisione, denunciando in tutte le sedi e a tutti i livelli un tale modello rapace di business, nel quale i costi di produzione delle aziende vengono scaricati sulle lavoratrici e sui lavoratori, e che è destinato a diventare un pericoloso precedente nel comparto assicurativo e non solo”.

“Nei prossimi giorni – concludono First Cisl, Fisac Cgil, Fna – apriremo formalmente la procedura prevista dall’articolo 15 del CCNL ANIA, che prevede un confronto sindacale finalizzato ad una possibile intesa entro 30 giorni dall’incontro informativo di ieri, durante il quale le OO.SS dovranno astenersi da ogni “azione diretta” (scioperi)”.

 

La nota diffusa dalle rappresentanze sindacali aziendali di First Cisl, Fisac Cgil e Fna