Infanzia e guerra, un accostamento che non dovrebbe essere possibile. E invece i numeri raccontano una realtà inquietante: 1 bambina o bambino su 5 al mondo vive attualmente in zone di guerra. E la situazione è in peggioramento, nel 2024 si è raggiunta la cifra record di 520 milioni di bambini e adolescenti che vivono all’interno di aree colpite da conflitti attivi.
Questo si apprende leggendo l’ultimo rapporto di Save the children “Stop the War on Children: security for whom?”, pubblicato lo scorso 4 novembre; questo e altro, purtroppo, il rapporto segnala anche il più alto numero di guerre tra Stati dalla fine della Seconda guerra mondiale ed evidenzia un livello mai visto prima di gravi violazioni contro i minori, con 41.763 casi registrati nell’ultimo anno. Si tratta di un incremento del 30% rispetto al 2023, che già aveva segnato un massimo storico, e di circa il 70% in più rispetto al 2022. Più della metà di questi abusi si concentra in quattro contesti: territorio palestinese occupato, Repubblica democratica del Congo, Nigeria e Somalia.
La lettura del rapporto, già agghiacciante di per sé, diventa insostenibile quando si leggono i racconti delle esperienze dirette raccolte dai bambini: «A volte mi sento un po’ meglio, ma altre volte la paura mi travolge e il cuore mi batte fortissimo. Per sentirmi protetto, vorrei che l’esercito aumentasse la sua presenza in città, soprattutto di notte, e che i miei amici e fratelli tornassero sani e salvi» (Dieu Merci, 13 anni Repubblica democratica del Congo – il nome è stato cambiato).
Perché ogni cifra rappresenta una vita: una bambina o un bambino la cui sicurezza, istruzione e prospettive future sono compromesse. Milioni di minori nel mondo continuano a crescere immersi nella paura, nella perdita, nella fame, nel dolore e nelle devastazioni della guerra. First Cisl dedica a questo tema il manifesto per celebrare la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre 2025.
L’immagine restituisce lo stato d’animo della bambina che raccoglie un fiore in uno scenario visibilmente devastato dalla guerra, e comunque un motivo di speranza – un fiore metaforico – ce lo segnala il rapporto: 74 dei 193 Stati membri Onu hanno sottoscritto gli strumenti legali e politici a tutela dell’infanzia e dell’adolescenza in guerra, molti nuovi impegni sono stati assunti nell’ultimo anno.
Certo, la strada è ancora lunga affinché questi impegni vengano attuati pienamente e producano un impatto reale sulle bambine e sui bambini e sulle ragazze e i ragazzi che vivono nei conflitti. Occorre tenere alta l’attenzione e fare ciascuno la propria parte, perché “i bambini sono coloro che pagano il prezzo più alto della guerra: perdono la loro infanzia, la loro educazione, la loro speranza”.
Il manifesto First Cisl per il 20 novembre 2025, Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza


