La desertificazione bancaria in Campania è un acceleratore dell’esclusione sociale

La Campania non sfugge agli effetti negativi della desertificazione bancaria che, come scrive Caserta News, “sta ridisegnando la geografia finanziaria del Paese”. A lanciare l’allarme generato dal disimpegno degli istituti di credito dai territori è anche il quotidiano Le Cronache del Salernitano che rilancia i dati al 30 settembre dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba di First Cisl. “Nei primi nove mesi del 2025 – si legge sul quotidiano – le banche italiane hanno chiuso 268 sportelli, un calo dell’1,4% rispetto alla fine del 2024. Numeri destinati a crescere notevolmente nell’ultimo trimestre dell’anno, che vedrà alcune grandi banche portare a termine i piani di chiusure già annunciati. Il numero complessivo è salito quindi a 3.419, pari al 43,3% del totale. Continua ad aumentare anche il numero delle persone che non hanno accesso ai servizi bancari o rischiano di perderlo: rispetto al 31 dicembre 2024 sono oltre 11,2 milioni. Di queste, più di 4,7 milioni (+ 1,8%) vivono in comuni totalmente desertificati; quasi 6,5 milioni (+ 3,2%) in comuni in via di desertificazione, quelli con un solo sportello. Risulta in crescita, inoltre, il numero delle imprese che hanno la propria sede in comuni desertificati: sono 6.250 in più rispetto alla fine del 2024. Si confermano anche le dimensioni rilevanti dei centri colpiti dalla desertificazione”.

“Il dato che fa più rumore – evidenzia Caserta News – riguarda il Comune di Trentola Ducenta, in provincia di Caserta, inserito tra i 13 centri italiani con oltre 10mila abitanti ormai privi di filiali bancarie (…) La tendenza, avverte First Cisl, non riguarda più solo le aree interne o montane, ma anche centri urbani di medie dimensioni, come appunto Trentola Ducenta, che con i suoi oltre 20mila residenti rappresenta è uno dei casi più emblematici della Campania. “La desertificazione bancaria è un acceleratore dell’esclusione sociale”, si legge nel dossier, “soprattutto per le fasce anziane della popolazione, meno attrezzate digitalmente e più dipendenti dai servizi in presenza” In provincia di Caserta, il fenomeno sta colpendo duramente anche altri comuni del litorale e dell’Agro aversano, dove la chiusura progressiva delle filiali sta riducendo il contatto diretto tra cittadini, famiglie e imprese con il sistema creditizio. Una tendenza che rischia di frenare anche la crescita delle piccole attività locali, già provate da costi elevati e da un accesso al credito sempre più difficile”.

A livello nazionale – continua Caserta News – la concentrazione bancaria procede a ritmo serrato: il gruppo Bper, dopo l’integrazione con Popolare di Sondrio, è diventato il primo in Lombardia per radicamento territoriale, mentre un’eventuale fusione tra Crédit Agricole Italia e Banco Bpm darebbe vita al terzo gruppo bancario italiano per rete di sportelli, con inevitabili ulteriori tagli”.

Le Cronache chiude il suo servizio rilanciando le considerazioni del Segretario generale nazionale di First Cisl, Riccardo Colombani: “Il risiko si configura sempre più come una battaglia per il risparmio degli italiani, vero oggetto del desiderio delle banche, che su di esso puntano per sostenere i ricavi attraverso il flusso delle commissioni, in un momento segnato dalla discesa dei tassi e dalla conseguente erosione degli interessi netti. Viene il teorema secondo cui la desertificazione bancaria sarebbe diretta conseguenza dello spopolamento delle aree interne e della contrazione delle attività economiche che ne deriva”.


Qui il 14° report dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl aggiornato al 30 settembre 2025

Qui tutti i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba

Qui i dati sulla desertificazione bancaria in Campania