Desertificazione bancaria in Liguria, senza sportelli quasi il 60 per cento della popolazione

La desertificazione bancaria non risparmia la Liguria dove, scrive l’edizione di Genova de la Repubblica, “il 57,7 per cento dei comuni è senza sportello”. Il titolo di Liguria Business Journal aggiunge che “In Liguria nei primi nove mesi – 1,8% sportelli”.

Dalle pagine del quotidiano nazionale, il giornalista Massimo Minella evidenzia che più della metà dei comuni liguri è senza uno sportello. Si tratta di “una ulteriore contrazione dell’1,5 per cento rispetto alla fine del 2024. Il dato emerge dall’ultimo report appena pubblicato dalla Fondazione Fiba di First Cisl dedicato alla desertificazione bancaria, tema sempre più attuale e in costante aggiornamento per la contrazione degli sportelli sul territorio nazionale. Non fa ovviamente eccezione la Liguria, con un fenomeno che però rischia di avere effetti ancora più pesanti, tenendo conto di una popolazione anziana che spesso non ricorre all’internet banking e ha ancora necessità di recarsi fisicamente allo sportello”.

LBJ riporta che, tra le regioni più colpite c’è la Liguria, posizionata alle spalle della Lombardia fra le regioni maggiormente colpite dal disimpegno degli istituti di credito. E la Repubblica aggiunge che “osservando l’andamento della diminuzione degli sportelli nei principali capoluoghi di regione, Genova si colloca al quarto posto nella classifica dei “tagli” passando da fine dicembre 2021 al 30 settembre 2025 da 199 a 176 sportelli (meno 11,6 per cento, peggio solo Milano, Palermo e Roma). Fra le province più desertificate a livello nazionale, Imperia è inoltre al quarto posto”. E il futuro non lascia tranquilli perché, come evidenzia Liguria Business Journal, l’eventuale “integrazione tra Crédit Agricole Italia e Banco Bpm farebbe crescere il numero degli sportelli in Lombardia a 765, pari al 20,4% del totale, dando vita alla prima rete su scala regionale. Subito dopo la Liguria con 129 (23,4%)”.

I due organi di informazione rilanciano le considerazioni de Segretario generale nazionale First Cisl, Riccardo Colombani. “Il risiko sta modificando la geografia del sistema bancario italiano. Gli effetti sui territori iniziano già a manifestarsi con evidenza. Dopo l’acquisizione di Popolare di Sondrio, il Gruppo Bper ha annunciato la chiusura di 90 sportelli – commenta il Segretario generale nazionale First Cisl Riccardo Colombani – Le conseguenze di un’integrazione tra le reti di Crédit Agricole Italia e Banco Bpm potrebbero essere però molto più gravi. Un’operazione straordinaria tra queste due banche porterebbe infatti alla costituzione della terza rete per numero di filiali, con sovrapposizioni rilevantissime in alcuni territori che fornirebbero il pretesto per nuovi pesanti tagli all’occupazione. È una prospettiva alla quale ci opponiamo con decisione. Una nuova ondata di chiusure che si andrebbe ad aggiungere a quelle già programmate da altre banche entro la fine dell’anno. In questo modo verrebbero penalizzate ulteriormente le fasce più deboli della popolazione e le piccole imprese, che da anni soffrono per la restrizione del credito. Va valutato anche – aggiunge Colombani – l’impatto del ridimensionamento e di una possibile futura chiusura della sede legale di Crédit Agricole Italia a Parma: gli studi portati avanti dalla Fondazione Fiba dimostrano che vi è un nesso causale tra il depauperamento delle economie dei territori e processi di desertificazione bancaria che, accanto alla rete commerciale, investono le sedi legali delle banche”.

“Il risiko si configura sempre più come una battaglia per il risparmio degli italiani, vero oggetto del desiderio delle banche, che su di esso puntano per sostenere i ricavi attraverso il flusso delle commissioni, in un momento segnato dalla discesa dei tassi e dalla conseguente erosione degli interessi netti. Non è un caso che le operazioni finora andate in scena, sia quelle riuscite che quelle naufragate, come Unicredit-Banco Bpm, puntino a rafforzare la presa sulla Lombardia, la più ricca delle regioni italiane. Viene così smentito il teorema secondo cui la desertificazione bancaria sarebbe diretta conseguenza dello spopolamento delle aree interne e della contrazione delle attività economiche che ne deriva. Lo dimostrano peraltro – conclude il Segretario generale nazionale First Cisl – anche i dati relativi ad alcune grandi città, che dalla fine del 2021 al 30 settembre 2025 hanno registrato una percentuale di chiusure superiore alla media nazionale”.


Qui il 14° report dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl aggiornato al 30 settembre 2025

Qui tutti i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba

Qui i dati sulla desertificazione bancaria in Liguria