“Declino bancario: l’Italia senza sportelli, territori svuotati e coesione a rischio”. Le Cronache Lucane sintetizzano con questo titolo il rilascio del 14° report dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl aggiornato al 30 settembre 2025. La Nuova del Sud avverte che le banche sono in fuga dalla Basilicata con la chiusura di altri quattro sportelli. “Nei primi nove mesi dell’anno – si legge sul quotidiano – altri 268 sportelli chiusi in Italia, un calo dell’1,4 per cento rispetto alla fine del 2024. Basilicata, Marche e Veneto le regioni più colpite. Sale a 3.419 lungo lo Stivale il numero dei comuni privi di filiale: sono il 43,3% del totale. E come è noto, i tagli alla rete fisica non hanno investito in modo omogeneo le diverse aree del Paese. Le regioni più colpite sono state Basilicata (- 2,5%), Marche (- 2,5%) e Veneto (- 1,9%)”.
Nel rilanciare i dati dell’Osservatorio cislino La Nuova del Sud evidenzia che “in Basilicata soltanto il 38 per cento dei clienti si affida alla rete per effettuare operazioni bancarie contro una media del 55 per cento in tutto il Paese e il 67 per cento invece rilevato nella Provincia di Trento, territorio più abituato all’uso del l’internet banking. Pesanti le ripercussioni. Il 51% dei comuni della Basilicata non ha sportelli bancari sul suo territorio; quattro le ultime comunità abbandonate dallo scorso 30 settembre 2024. E il fenomeno della desertificazione potrebbe ulteriormente aggravarsi, superando rapidamente i tre quarti dei municipi lucani: i comuni con un solo sportello sono infatti il 27% del totale. Un danno enorme che si ripercuote naturalmente anche sul fragile e piccolo tessuto produttivo lucano”.
Sono 5.100 le imprese lucane, infatti, che hanno sede in comuni che non vedono la presenza di alcuna banca, quasi 700 in più negli ultimi dodici mesi. Il 52 per cento di esse ha visto abbandonare il proprio comune negli ultimi dieci anni, quasi 8mila le realtà produttive che hanno invece sede in comuni serviti da un solo sportello bancario, anche in questo caso oltre 700 in più negli ultimi dodici mesi (…) La situazione attuale vede appena 28 comuni su 131 serviti da più sportelli, altri 36 in bilico (con un solo sportello)”.
La desertificazione bancaria è “un fenomeno che non svuota solo i territori, ma mina la coesione economica e sociale del Paese” rimarca Le Cronache Lucane che rilancia le considerazioni del Segretario generale nazionale First Cisl, Riccardo Colombani: “Dopo l’acquisizione di Popolare di Sondrio, il Gruppo Bper ha annunciato la chiusura di 90 sportelli. Un’eventuale operazione Crédit Agricole Italia-Banco Bpm rischia di produrre un’ulteriore ondata di chiusure e di ridurre la concorrenza. Non possiamo permettere che la logica delle sinergie finanziarie schiacci l’interesse pubblico: dietro ogni sportello che chiude ci sono famiglie, lavoratori, imprese e intere comunità che perdono un punto di riferimento economico e sociale”.
“Il risiko – prosegue Riccardo Colombani su La Nuova del Sud – sta modificando la geografia del sistema bancario italiano. Gli effetti sui territori iniziano già a manifestarsi. Il risiko si configura sempre più come una battaglia per il risparmio degli italiani, vero oggetto del desiderio delle banche, che su di esso puntano per sostenere i ricavi attraverso il flusso delle commissioni, in un momento segnato dalla discesa dei tassi e dalla conseguente erosione degli interessi netti. Non è un caso che le operazioni finora andate in scena, sia quelle riuscite che quelle naufragate, come Unicredit-Banco Bpm, puntino a rafforzare la presa sulla Lombardia, la più ricca delle regioni italiane. Viene così smentito il teorema secondo cui la desertificazione bancaria sarebbe diretta conseguenza dello spopolamento delle aree interne e della contrazione delle attività economiche che ne deriva. Lo dimostrano peraltro – conclude il Segretario generale nazionale First Cisl – anche i dati relativi ad alcune grandi città, che dalla fine del 2021 al 30 settembre 2025 hanno registrato una percentuale di chiusure superiore alla media nazionale”.
Il Segretario generale First Cisl Basilicata, Pierluigi Buccino, sottolinea come la Lucania sia tra i territori più penalizzati dal disimpegno degli istituti di credito. “La chiusura di sportelli nella nostra regione – dice a Le Cronache Lucane – non è soltanto una questione di servizi bancari, ma il sintomo di una economia lucana debole, molto debole. Quando una banca lascia il territorio, non si limita ad eliminare un bancomat: si spegne una rete di relazioni, si riduce la possibilità di investire, si allontanano le prospettive di sviluppo. Senza credito di prossimità non ci può essere rinascita produttiva; senza banche di territorio non ci saranno territori con futuro. La Basilicata, già penalizzata da una struttura industriale fragile e da un tessuto imprenditoriale a prevalenza micro, non può permettersi di perdere altri presidi bancari. Servono politiche pubbliche e impegni concreti del sistema bancario per garantire servizi essenziali anche nei piccoli centri, altrimenti la marginalità diventerà strutturale. La Regione Basilicata approvi senza indugio il decreto attuativo del costituito osservatorio sulla desertificazione bancaria”.
Qui il 14° report dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl aggiornato al 30 settembre 2025
Qui tutti i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba
Qui i dati sulla desertificazione bancaria in Basilicata

