È online il nuovo numero di Futuro Attuale, il periodico di First Cisl che approfondisce i temi della previdenza complementare e del welfare. Di seguito, una quadro sintetico dei contenuti del numero di ottobre 2025:
Come si sta evolvendo la previdenza complementare collettiva
L’ottavo Rapporto annuale sul welfare occupazionale e aziendale Adapt-Intesa Sanpaolo “Welfare for People” offre una fotografia dettagliata della previdenza complementare collettiva. Dall’analisi di 77 contratti collettivi nazionali e 28 fondi pensione negoziali emergono squilibri anagrafici, di genere e territoriali ancora marcati, con un’adesione più bassa tra giovani, donne e lavoratori del Mezzogiorno. Nonostante le criticità, i fondi negoziali restano la forma più solida e conveniente di previdenza complementare, grazie alla partecipazione congiunta di imprese e lavoratori, ai costi contenuti e ai rendimenti competitivi.
L’andamento della speranza di vita in buona salute
L’allegato al Documento programmatico di finanza pubblica, “Indicatori di benessere equo e sostenibile” mostra un nuovo calo della speranza di vita in buona salute, scesa nel 2024 al livello più basso dal 2010. Dopo l’incremento osservato durante la pandemia, l’indicatore ha registrato una flessione costante, con un peggioramento anche del divario di genere. Il quadro territoriale resta disomogeneo, ma coerente con la tendenza nazionale.
L’evoluzione della spesa previdenziale
Il Rapporto annuale della Ragioneria generale dello Stato evidenzia un progressivo aumento del rapporto tra spesa pensionistica e Pil, destinato a raggiungere il 17,1% nel 2040, per poi ridursi gradualmente fino al 14% nel 2070. La crescita è legata all’uscita dal lavoro delle generazioni del baby boom e al conseguente aumento del numero dei pensionati, solo in parte compensato dall’innalzamento dei requisiti anagrafici e dall’applicazione del calcolo contributivo. Nel lungo periodo, la stabilizzazione demografica e le riforme introdotte garantiranno un riequilibrio strutturale del sistema.
La valenza delle adesioni contrattuali
La Commissione europea guarda con interesse ai meccanismi di adesione automatica alla previdenza complementare, già sperimentati con successo in vari Paesi. In Italia, oltre al silenzio-assenso per il conferimento del Tfr, cresce il modello dell’adesione contrattuale: il datore di lavoro versa un contributo minimo al fondo pensione previsto dal Ccnl, anche senza esplicita adesione del dipendente. Secondo la Covip, nel 2024 i fondi con meccanismi di adesione contrattuale sono 14, con 1,8 milioni di posizioni attive. Un risultato che conferma la centralità della contrattazione collettiva nel promuovere una partecipazione previdenziale più ampia e consapevole.