La relazione del Segretario generale Riccardo Colombani ha aperto il 3° Congresso nazionale First Cisl, in corso a Roma dal titolo “Coltiviamo una cultura nuova per lo sviluppo del lavoro”. La stampa ha dato ampia copertura al documento presentato a 500 sindacaliste e sindacalisti attivi nei settori di banche, assicurazioni, riscossioni e authority, rilanciandone i punti qualificanti.
Ansa ha ripreso i temi del risiko bancario, della proposta della definizione di un Protocollo per gestire l’intelligenza artificiale, della retribuzione dei dipendenti. Tre i lanci dell’agenzia nazionale titolati: “Banche: Colombani , dal risiko bancario nessun beneficio per i lavoratori”, “Banche: Colombani ad Abi, serve protocollo per gestire l’IA”, “Banche, Colombani, aumento retribuzioni con partecipazione a utili”.
Piena copertura anche da AdnKronos “Banche, Colombani, in risiko conta solo interesse azionisti”, “Banche, Colombani, serve protocollo occupazione per gestire IA e risiko”, “Banche, Colombani, è corsa ad accaparrarsi risparmio italiani”. Da AdnKronos spazio anche alle Bcc e al settore assicurativo con due singoli lanci titolati “Bcc hanno capitale per crescere e arginare desertificazione bancaria”. “Assicurazioni: Colombani, Danish compromise penalizza, puntare su ramo danni”.
Stessa impostazione per Askanews che scrive: “Banche, Colombani, partecipazione utili sostenga salari. Dal risiko benefici solo ad azionisti. A clienti e lavoratori nulla”. Anche Il Sole 24 Ore Radiocor ha rilanciato il tema del risiko bancario, riproposto pure da Borsa Italiana, che non comporta alcun “beneficio per il sistema paese”. Per Colombani serve “una governance condivisa tra associazioni datoriali e sindacati, in vista del risiko bancario“ lanciando di fatto un “Patto per l’occupazione”.
E del risiko bancario-assicurativo si è occupato il Corriere della Sera che ha rilanciato le considerazioni del leader dei bancari della Cisl che concludono un articolo del giornalista Andrea Rinaldi sui “fronti aperti di Orcel e la partita sulle Generali”. «Gli interessi in ballo nel risiko bancario – ha dichiarato Colombani – riguardano gli azionisti. Non ci saranno benefici per le lavoratrici ed i lavoratori. Non ci saranno benefici per i clienti, così come non ci sono mai stati in nessun processo di concentrazione».
Anche il giornalista Andrea Greco, nel suo articolo pubblicato su la Repubblica, dal titolo “Merz contro Orcel su Commerz”, inserisce il commento di Colombani per il quale dal risiko bancario «il sistema Paese non ne ricava alcun beneficio, anzi, potrebbe dover subire un’ulteriore desertificazione della rete di filiali, e un crescente potere di condizionamento del sistema economico e politico. Serve un’incentivazione per le operazioni cross-border, non una guerra bancaria in Italia. Il modello da seguire è il sistema bancario francese».
Le ricadute occupazionali del risiko bancario vengono rilanciate anche da due servizi di Panorama e de La Verità «la continua incertezza riguardo alle operazioni di acquisizione – rimarca Colombani – e alle nuove sanzioni potrebbe tradursi in rischi per la stabilità lavorativa, invitando l’azienda a prestare attenzione alle implicazioni per i dipendenti. Il sindacato ha chiesto maggiore chiarezza e tutele per i lavoratori, affinché non siano penalizzati dalle incertezze legate agli sviluppi legali e alle sfide geopolitiche che stanno segnando la strategia di Unicredit».
Anche Libero Quotidiano, si occupa dello stop a Unicredit, “Merz chiude la porta a Orcel” è il titolo dell’articolo della giornalista Benedetta Vitetta che scrive: “Una giornata da dimenticare quella di ieri per Unicredit che da un lato ha ricevuto il secco “no” alla scalata di Commerzbank direttamente dal neo cancelliere tedesco, Friedrich Merz (…) Ad aumentare il carico sempre nelle scorse ore sono arrivate le dure dichiarazioni del segretario della First Cisl, Riccardo Colombani, che parlando del consolidamento bancario in atto ha affermato che «gli interessi in ballo nel risiko riguardano gli azionisti. E che non ci saranno benefici per lavoratrici e lavoratori. Non ci saranno benefici per i clienti, così come non ci sono mai stati in alcun processo di risiko».
Non secondaria la tematica della desertificazione bancaria, che, rilancia ancora Colombani su Il Sole 24 Ore Radiocor, “è indotta dalle miopi e pervicaci scelte strategiche delle banche non cooperative, spesso di grandi dimensioni”. Sugli aspetti retributivi viene richiamata la legge di iniziativa popolare, promossa dalla Cisl sulla partecipazione dei dipendenti alla gestione delle aziende che “non dovrà essere forma, ma sostanza”. I momenti salienti della relazione del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani sono stati anche riproposti da Alanews:
“Il risiko bancario-assicurativo – ha detto Colombani – ruota esclusivamente attorno all’interesse degli azionisti e dei top manager: lavoratori e clienti delle banche sono considerati soggetti marginali. Tutte le Ops fanno leva sulla riduzione dei costi, ad eccezione di una che prevede una prevalenza delle sinergie di ricavo. Non verrà creato valore per le imprese e le famiglie. Il sistema bancario italiano primeggia in Europa riguardo alla percentuale delle commissioni sugli attivi e al peso sul totale dei ricavi. È illusorio ipotizzarne una diminuzione con l’ulteriore concentrazione del sistema bancario. Il credito alle imprese non finanziarie continuerà a diminuire, dopo essere calato di 330 miliardi dal 2011 al 2024. Peserà, infatti, il multi affidamento. Comunque è sempre più evidente che le banche italiane preferiscono scommettere sul risparmio gestito, che offre ottimi guadagni, pochi rischi e libera capitale da destinare a buyback per pompare il valore delle azioni”.
“Riguardo alle lavoratrici e ai lavoratori -ha proseguito Riccardo Colombani -, tuteleremo le 104.595 persone occupate nelle banche coinvolte. Ma non possiamo limitarci alla volontarietà delle uscite attraverso il Fondo di solidarietà. La tenuta dei livelli occupazionali è insidiata anche dall’impatto dei sistemi di intelligenza artificiale. Tuttavia, come dimostrato da uno studio dell’Inapp, è alta la complementarietà al lavoro bancario, assicurativo e finanziario. Nuovi tagli sarebbero pertanto del tutto ingiustificati, anche perché il rapporto tra il costo del lavoro e i proventi operativi è sempre più basso”.
“Tuttavia, l’esperienza della perdita di 75 mila posti di lavoro in banca negli ultimi 20 anni, nonostante le quasi 40 mila assunzioni incentivate con i soldi del Foc, interamente finanziato dalle lavoratrici e dai lavoratori, e la strategia dilatoria adottata da Abi riguardo alla cabina di regia, rende necessaria la sottoscrizione di un Protocollo dell’occupazione, per la salvaguardia dei livelli occupazionali, per la tutela delle persone , per la riqualificazione professionale e per l’integrità psico-fisica delle lavoratrici e dei lavoratori. D’altra parte la composizione dell’occupazione nel settore bancario e finanziario è oltre l’allarme rosso: gli occupati under 40 sono solo il 24,6% del totale, contro una media dell’Ue del 40,1%. Serve – ha concluso Colombani – un impegno tangibile delle banche con la sottoscrizione del Protocollo dell’occupazione, non più solo encomi o garanzie verbali. Al contempo, va garantita la crescita delle retribuzioni, in un contesto di compensi dei Ceo che hanno spesso valori tra le 40 e le 60 volte la retribuzione media dei lavoratori della stessa impresa, con picchi ben oltre 100 volte. L’obiettivo può esser raggiunto anche attraverso la partecipazione, a cominciare da quella agli utili”.