Il risparmio gestito per bilanciare il taglio dei tassi operato dalla Bce. Questa la strategia adottata dai primi cinque gruppi bancari italiani i cui utili fanno registrare un lusinghiero + 12,2% a fronte della costante contrazione del cost/income, un dato significativamente inferiore alla media dei maggiori competitor bancari europei. Completano il quadro il calo dell’occupazione e la revisione della rete commerciale con chiusure di sportelli. È questa la sintesi dell’analisi della Fondazione Fiba di First Cisl ed elaborata sui conti di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps e Bper. La stampa ne rilancia i contenuti.
Ansa titola “First Cisl, un altro anno record per banche, spinta commissioni. Analisi sindacato, sempre più risparmio gestito e meno credito. Colombani: «il risparmio rappresenta l’oggetto del desiderio». Per Agi “Banche: First Cisl, commissioni trainano conti I trimestre. Produttività sempre più alta”. Sulla Stessa linea AdnKronos: “Banche: First Cisl, commissioni trainano conti nel primo trimestre”. Non tanto diversa l’impostazione di Borsa Italiana che rilancia una nota de Il Sole 24 Ore Radiocor “Banche: First Cisl, nel I trimestre utile netto +12,2% per gruppi più grandi”. “Banche archiviano il miglior trimestre di sempre. Tutti i numeri delle big del Ftse” è il titolo di FinanzaOnline. “Numeri sotto la lente della Fondazione Fiba di First Cisl – sottolinea Borse.it – sui conti di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps e Bper. L’analisi ha posto l’accento sul fatto che “la corsa delle commissioni mette le ali ai bilanci dei primi cinque gruppi bancari italiani nel primo trimestre dell’anno”.
Tra i quotidiani, il Corriere della Sera rilancia i dati cislini pubblicando un servizio che analizza il particolare momento economico. “Banche, il caos dazi spinge le commissioni da trading: aumenti a doppia cifra per le banche italiane”. Avvenire evidenzia come l’utile delle banche continui a correre “E resta la voglia di nozze”. Mutui e prestiti ricorrono nella titolazione de Il Messaggero, de Il Mattino e de Il Gazzettino: “Bankitalia: tassi sui mutui giù al 3,54%. Prestiti delle banche i lieve aumento. La First Cisl: le commissioni mettono le ali ai conti degli istituti di credito”. Il Tempo scrive: “First Cisl: aumento degli utili trimestrali del 12.2% per i rimi 5 gruppi. Dopo i tassi sono le commissioni a far crescere i conti degli istituti”. Per il Quotidiano Nazionale “Commissioni bancarie spingono i bilanci: Intesa, Unicredit e altri in crescita”.
“Le commissioni mettono le ali ai conti delle banche” è il titolo che accomuna L’Arena, La Sicilia, Brescia Oggi, Tiscali News, L’Eco di Bergamo. Il Corriere di Siena e il Corriere di Arezzo accostano l’analisi della Fondazione Fiba ai risultati della Banca Monte dei Paschi di Siena titolando: “Mps da record in Borsa, sfiorati gli 8 euro”.
“Banche italiane, utili in volo nel primo trimestre grazie al risparmio gestito” titola Wall Street Italia. Lo Spiffero correla “i conti record della banche” alla gestione del “portafoglio dei clienti”. BeBankers valorizza nel suo titolo il ruolo delle commissioni che favoriscono utili record per le banche spiegando che “La spinta del risparmio gestito compensa il calo degli interessi netti; aumenta la produttività, scendono costi e filiali. Colombani (First Cisl): «Occorrono politiche pubbliche che incentivino un utilizzo più produttivo dei capitali privati, affinché il risparmio torni ad essere davvero un bene della comunità»”. Della crescita delle commissioni bancarie che spingono “del 12,2% gli utili netti dei primi cinque gruppi italiani” scrive Roboreporter.
Tutte le testate giornalistiche riportano l’aumento degli utili fatto registrare dalle big 5 italiane nel primo trimestre del 2025 e che risultano già più elevati rispetto allo stesso periodo del 2024. A spingere in alto Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps, Bper sono le commissioni è l’incremento delle masse di risparmio gestito, cresciute di oltre il 10% in due anni. Restano in territorio positivo anche i proventi operativi, con un leggero incremento dell’1,9%, anche grazie al contributo degli altri ricavi, dovuto prevalentemente all’incremento di valore del portafoglio delle attività finanziarie.
La rassegna stampa rimarca come “i costi operativi scendono (- 0,5%) insieme a quelli per il personale (- 0,4%) anche a causa della riduzione dell’occupazione (oltre 4mila uscite) e del taglio di 514 filiali (- 4,4%). Cala anche il cost/income (dal 39,8% al 38,8%) di pari passo con l’incidenza sempre più bassa dei costi del personale sui proventi operativi (dal 24,8% al 24,3%). Tutti i cinque gruppi registrano valori del cost/income largamente inferiori al valore stimato della media dei principali gruppi bancari europei (52,4%)”. Non diminuisce la qualità del credito, positiva rispetto al 31 dicembre 2024 “con una riduzione degli stage 2, che passano da 9,6% a 9,3% del totale degli impieghi, mentre l’Npl ratio netto rimane stabile all’1,4%. Migliora anche il costo del rischio di credito che arriva a 20 punti base (dato annualizzato), contro i 22 del primo trimestre del 2024, mentre l’incidenza delle rettifiche crediti sui proventi operativi passa dal 3,7% al 3,2%”.
Grande valore è assicurato da una produttività sempre più alta:“Ai risultati di quello che le banche definiscono ‘il miglior trimestre di sempre’ ha dato senz’altro un contributo rilevante l’incremento della produttività, che si attesta su livelli record, come dimostrano gli indicatori delle commissioni nette per dipendente (+ 9,6%) e del risultato netto di gestione pro capite (+ 6,4%). Anche la patrimonializzazione è sostanzialmente stabile rispetto a fine 2024, con il Cet1 ratio al 14,94%”.
I vari organi d’informazione hanno rilanciato la considerazioni del Segretario generale nazionale First Cisl Riccardo Colombani per il quale «il risparmio rappresenta sempre più l’oggetto del desiderio delle banche. Con la riduzione degli interessi netti dovuti ad una politica monetaria più accomodante, sono le commissioni ad incidere in misura sempre più significativa sui ricavi. Però, la ragione per la quale le banche si concentrano sempre più sulla gestione del risparmio non è dettata da una logica meramente compensativa. Ossia, non si tratta solo di sostituire una fonte di ricavo con un’altra. Infatti, con le attività di asset management e wealth management le banche ottimizzano l’allocazione di capitale con rischi minimi. Insomma, ricavi alti, rischi bassi e capitale disponibile per altre attività. La gestione del risparmio per le banche è quindi un vero e proprio toccasana per il conto economico. Inoltre, il maggior peso dei business legati al risparmio potrebbe determinare multipli di borsa più alti, simili alle banche specializzate, con conseguenti benefici, ancora una volta, per gli azionisti».
«Il problema è che il risparmio – prosegue Colombani – esercita sempre meno la funzione primaria di finanziamento dell’economia reale perché, da una parte, finanzia direttamente i sistemi produttivi con importi irrilevanti, per lo strutturale problema rappresentato dal mercato italiano dei capitali molto piccolo e, dall’altra parte, li finanzia indirettamente in misura sempre più contenuta perché le grandi banche negli ultimi anni hanno ridotto costantemente il credito alle imprese non finanziarie. Lo stato dell’arte è quindi rappresentato da un aumento del risparmio gestito, che confluisce in misura rilevante nelle economie di Paesi con mercati finanziari più grandi ed efficienti, e da un rapporto impieghi/raccolta delle banche significant italiane ben più basso della media delle omologhe europee, e soprattutto delle banche tedesche e francesi. Pertanto, servono politiche pubbliche d’indirizzo e d’incentivazione per clienti e banche, affinché – conclude Colombani – il risparmio possa davvero essere quel ‘bene della comunità’ descritto dal Presidente della Repubblica il 31 ottobre 2024, in occasione della 100esima Giornata mondiale del risparmio».
Qui l’analisi sui bilanci delle banche big 5 al 31 marzo 2025