“Filiali sempre più rare, specie nei piccoli centri e al Sud e la colpa non è dei servizi on-line”. Famiglia Cristiana sintetizza così gli effetti della desertificazione bancaria pubblicando un reportage dal titolo: “Gli sportelli bancari sono come una caccia al tesoro”.
“Quattro milioni e 400mila cittadini e 266mila imprese – scrive il giornalista Francesco Munafò – si trovano in comuni dove non c’è nemmeno una banca. E il numero cresce di mese in mese: solo nel corso della prima metà del 2024 hanno già chiuso 163 sportelli. È la fotografia che emerge dall’ultimo report dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl. Il problema non riguarda solo i comuni piccoli: ad Aci Sant’Antonio, 18mila abitanti in provincia di Catania, non c’è nemmeno uno sportello”.
“Ed è proprio al Sud – sottolinea Famiglia Cristiana – dove il problema si fa sentire di più. Una possibile causa della crisi è la sparizione dei grandi istituti di credito del Mezzogiorno come il Banco di Napoli o il Banco di Sicilia. Dove invece il credito cooperativo e le banche locali resistono, come nelle province di Ragusa o di Brindisi, la desertificazione morde meno. In questo contesto di crisi, però, sarebbe sbagliato imputare la colpa all`home banking”. Anzi, interviene il responsabile della Divisione economico-sociale della Fondazione Fiba, Paolo Grignaschi che cura l’Osservatorio sulla desertificazione bancaria, «Ci sono meno sportelli dove c’è meno utilizzo di questi strumenti perché spesso si tratta di aree dove prevalgono gli anziani». Semmai la causa è «il processo di concentrazione delle banche, che ha portato a privilegiare le città più grandi, dove è possibile ricavare saggi di profitto più elevati».
In questo modo, evidenzia il giornalista Francesco Munafò, “così viene meno quella vocazione sociale del sistema bancario che consente ai cittadini e alle imprese di accedere al credito per realizzare progetti di vita e di lavoro. Alcune istituzioni hanno iniziato a mobilitarsi”. In Piemonte, per esempio, l’assessorato regionale alla Montagna ha proposto alle banche un ‘patto etico’ per arrestare la fuga dai comuni montani.
Per invertire la tendenza il segretario generale First Cisl, Riccardo Colombani, ribadisce a Famiglia Cristiana la necessità di istituire «osservatori regionali sull’attività bancaria, partecipati dai portatori di interesse, dalle istituzioni e dalle autorità competenti», ravvisando altresì l’utilità di classifiche di sostenibilità delle banche che siano «correlate alla presenza fisica sui territori e alle proposte di realizzazione di programmi di educazione digitale per la clientela».
Qui il report con le tabelle esplicative
Qui i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba
L’articolo di Famiglia Cristiana: