Colombani alla tre giorni di First Cisl Intesa Sanpaolo: attiviamo virtuosi processi di intelligenza collettiva

Si sta svolgendo a Riccione l’organo di coordinamento della Rsa First Cisl Intesa Sanpaolo. I 250 partecipanti sono stati impegnati in laboratori di consultazione e proposta sugli accordi di secondo livello in scadenza il prossimo anno nel Gruppo Intesa Sanpaolo. Le risultanze dei lavori sono state quindi trasmesse alla segreteria e forniranno la base per il lavoro che la delegazione trattante sarà chiamata a fare in azienda, nei prossimi mesi.

Parte della seconda giornata è stata dedicata ai percorsi congressuali, che interesseranno tutti i livelli organizzativi nella prima parte del 2025. La responsabile del Dipartimento organizzativo nazionale, Vilma Marrone, nel suo intervento ha focalizzato l’attenzione sugli aspetti procedurali da osservare, ricordando che «il congresso è il massimo organismo deliberante e rappresenta un insostituibile momento di vera partecipazione di lavoratrici e di lavoratori alla vita democratica della nostra organizzazione. Affrontiamolo con entusiasmo e spirito di massimo coinvolgimento».

Dopo aver contribuito attivamente alla tavola rotonda di ieri sulla partecipazione, ha quindi ripreso la parola il Segretario generale First Cisl, Riccardo Colombani, il quale ha ricordato che tipo di sindacato First Cisl vuole essere: «Protagonisti e non spettatori del cambiamento. Il nostro sindacato, autonomo rispetto ai condizionamenti esterni, ha al proprio interno la linfa necessaria alla gestione del cambiamento. Dal 2003 al 2023, nel settore si sono persi 75mila posti di lavoro. Per noi è fondamentale assicurare l’interesse di chi vuole uscire – e bisogna interrogarsi sul malessere di fondo che spinge a saturare i posti disponibili ogni volta che viene siglato un accordo esodi – con le tutele di chi rimane. Dobbiamo essere propositivi, attivando virtuosi processi di intelligenza collettiva».

Colombani ha quindi spostato il focus sulle grandi trasformazioni che stanno interessando la società, l’economia e il mondo del credito: «Il cambiamento indotto dalle nuove tecnologie è rapidissimo. Il lavoro è remote e non ancora smart, in quanto esiste ancora un approccio datoriale di stampo fordista. In Italia ci sono oggi 426 banche, oltre 200 delle quali sono banche di credito cooperativo: il sistema bancario italiano è più concentrato di quello francese e molto più concentrato di quello tedesco. Non è affatto necessario continuare in tale direzione, attraverso ulteriori fusioni».

«Riguardo ai modelli di servizio – ha proseguito il leader dei bancari della Cisl – continuiamo a propugnare la necessità di introdurre un modello di consulenza in materia di investimenti su base indipendente, che avrebbe come effetto immediato, oltre alla maggiore tutela dei risparmiatori, la forte limitazione delle pressioni commerciali. In ordine alle politiche economiche, per garantire un sviluppo del Paese inclusivo, è necessario costituire un Fondo d’investimento nazionale nell’economia reale, alimentato volontariamente dal risparmio degli italiani».

Rifacendosi al dibattito, Colombani ha quindi affrontato un argomento di stretta pertinenza di Intesa Sanpaolo, i global advisor: «Alcune realtà bancarie stanno utilizzando lavoratrici e lavoratori autonomi nelle filiali. Insieme alle altre organizzazioni sindacali dobbiamo monitorare la coerenza di tali scelte con la normativa, per risolvere i casi di uso improprio. In Intesa Sanpaolo sono necessarie maggiori tutele delle lavoratrici ed i lavoratori che ricoprono il ruolo di global advisor, anche alla luce del recente accordo sul ricambio generazionale», ha concluso il Segretario generale First Cisl.


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