Report First Cisl, banche in salute. Colombani, business è sostenibile dando giusta remunerazione al lavoro

Le principali banche italiane stanno bene. Lo certifica l’analisi condotta per First Cisl dal Comitato scientifico della Fondazione Fiba ripresa da gran parte della stampa italiana. Ampia la rassegna dei titoli che accomuna primarie testate nazionali, quotidiani a tiratura regionale e siti on-line.

“L’aumento dei tassi fa ricche le banche. L’utile delle Big italiane balza a 9 miliardi” titola La Stampa. Per Verità&Affari “Credito. Continua la crescita (+ 3%) dei proventi operativi bancari”. Il Secolo XIX scrive “Bce, l’aumento dei tassi spinge le banche italiane: proventi operativi oltre il 3%”. Il quotidiano genovese sottolinea che “Le mosse dell’istituzione di Francoforte fanno volare i margini del Paese, sottolinea la First Cisl. Interessi netti a + 8,3% e crediti deteriorati sotto controllo”.  Anche Avvenire rilancia lo studio titolando “I conti delle banche corrono ancora: gli utili fanno + 5,5% grazie agli interessi”. Il tema dei ricavi viene rilanciato pure da Il Giornale che aggiunge come le sofferenze bancarie siano ok. Accomunati dalla stessa titolazione le versioni online dei quotidiani L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi “Banche: First Cisl, in 9 mesi salgono ricavi e utili, cala peso npl”. C’è poi Il Gazzettino, “Banche, nei 9 mesi salgono ricavi e utili”, e l’impostazione non dissimile de L’Eco di Bergamo: “Banche, costo del lavoro ai minimi. Posti in calo”. Il sito di Finanza Report pubblica ampi stralci della ricerca cislina scrivendo “Banche, boom di interessi netti: studio First Cisl su Unicredit, Intesa, Bpm, Bper, Mps”. “Banche, l’analisi di First Cisl” è anche il titolo del servizio di Business24.

Su Verità&Affari il giornalista Massimo D’Este scrive: “Continua la crescita dei ricavi dei primi cinque gruppi bancari italiani: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper e Mps. Nei primi nove mesi del 2022 l’incremento dei proventi operativi rispetto allo stesso periodo del 2021 ha superato il 3%, con la prospettiva di incrementi ancora maggiori nei prossimi trimestri. E quanto emerge dall’analisi condotta per First Cisl dal Comitato scientifico della Fondazione Fiba.  A trainare i conti sono gli interessi netti (+ 8,3%) grazie all’andamento favorevole dei tassi di mercato”.

A fronte di questo incremento il giornalista de La Stampa, Giuliano Balestrieri, riporta nel suo servizio che ci sono “Settemilacinquecento dipendenti in meno, mille filiali chiuse e tassi d’interesse in rialzo. Abbastanza per mitigare il venir meno dei rifinanziamenti Tltro della Bce che negli ultimi anni hanno tenuto a galla le banche italiane. E così i primi cinque gruppi creditizi italiani (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper, Mps) continuano a macinare utili. Nei primi nove mesi del 2022, l’incremento dei proventi operativi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ha superato il 3%: 1,2 miliardi di euro in più a 38,8 miliardi. L’utile netto aggregato è arrivato a 8,9 miliardi di euro (+ 5,5%) grazie a interessi netti cresciuti dell’8,3% a 17,5 miliardi. Tra il secondo e il terzo trimestre, l’Euribor a tre mesi è salito da – 0,37% a + 0,44%. E da fine settembre, il tasso è cresciuto ulteriormente all’1,8%”.

La Stampa prosegue nell’evidenziare che quanto riportato “emerge dalla fotografica scattata per First Cisl dal Comitato scientifico della Fondazione Fiba secondo cui gli incrementi continueranno. D’altra parte, dal primo settembre, l’indice bancario di Piazza Affari ha recuperato il 28% scommettendo sull’aumento dei tassi da parte della Bce. Sul settore, però – rimarca il quotidiano torinese – incombe la nube dei subprime: il contesto macroeconomico è in deterioramento. I maggiori interessi per le banche sono mutui e prestiti più cari per famiglie e imprese. In uno scenario dove l’inflazione è all’8% e un italiano su tre rischia di non pagare le bollette entro Natale, il rischio che vadano in sofferenza anche i mutui – le spese condominiali lo sono già – cresce. Per la Fondazione Fiba, però, è improbabile che si che si ripeta uno scenario come quello del 2008. Anche perché nei primi 9 mesi dell’anno, la qualità del credito è migliorata con il ridursi dell’incidenza dei crediti deteriorati: l’Npl ratio netto è sceso all’1,6% dal 2% di inizio anno. L’aumento delle svalutazioni sui ricavi operativi è un primo segnale di inversione di rotta, ma l’incidenza del flusso dei nuovi crediti deteriorati (tasso di deterioramento) si mantiene inferiore all’1%: secondo Bankitalia si tratta del miglior risultato dal 2006.

Massimo D’Este, su Verità&Affari, rilancia i dati delle report First Cisl realizzato dal comitato scientifico della Fondazione Fiba. “Dalla fine di settembre, tuttavia, il tasso è cresciuto ulteriormente e oggi oscilla attorno all’1,8%. Visto il più basso livello dei tassi della Bce rispetto alla Fed e alla Bank of England, è probabile un’ulteriore restrizione della politica monetaria europea con l’effetto altrettanto probabile di spingere l’Euribor a tre mesi nettamente al di sopra del 2% e di gonfiare ulteriormente il margine d’interesse, atteso nelle previsioni delle banche stesse in aumento di alcuni miliardi di euro. Il cost/income è in discesa al 51,7% dal 54,1%, dato largamente inferiore a quello della media delle principali banche europee (58,2%). Il cost/income di Unicredit ha superato il target fissato per il 2024, con il dato della divisione Italia sceso al 45,6%. Anche Banco Bpm ha superato il target intermedio fissato per il 2023. Alla base c’è la continua discesa del costo del lavoro (- 2%), mentre le altre componenti dei costi operativi risultano sostanzialmente stabili. Il costo del lavoro aggregato dei principali gruppi italiani in rapporto ai proventi operativi scende al 32,1% dal 33,8%. Aumenta ancora la produttività pro capite e (margine primario pro capite, + 7,1%), mentre prosegue la contrazione dell’occupazione (7.465 posti di lavoro persi) e della rete distributiva (976 filiali chiuse). Migliora invece la qualità del credito, con il ridursi dell’incidenza dei crediti deteriorati netti sul totale dei crediti a clientela”.

A fronte di dati incontrovertibili, il giornalista de La Stampa Giuliano Balestrieri da spazio alle considerazioni del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, alquanto risoluto nell’affermare che «per le banche è arrivato il momento di dimostrare che il loro ruolo non consiste unicamente nel distribuire dividendi agli azionisti, ma che l’attenzione al lavoro e la sua giusta remunerazione sono parti essenziali di una visione del business sostenibile».

 

In allegato il comunicato con le tabelle esplicative