In dieci anni Roma ha perso un terzo dei suoi sportelli bancari: erano 2.067 alla fine del 2011, a settembre del 2022 sono scesi a 1.298. In parallelo gli impieghi a livello locale hanno registrato una flessione dello 0,9%. A risentirne maggiormente è stata l’industria (-42,6%, dato nazionale 16,2%). Sono aumentati invece i finanziamenti alle società finanziarie (+74,9%), a conferma della crescente finanziarizzazione dell’economia romana.
“Il processo di desertificazione bancaria è il risultato del consolidamento che ha interessato il settore negli ultimi anni – ha dichiarato il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani intervenendo al convegno “Banche del territorio nell’era del Pnrr”, organizzato da First Cisl di Roma e Rieti – Le autorità europee e la politica nazionale hanno promosso le fusioni con la convinzione che banche più grandi avrebbero garantito la stabilità del sistema finanziario. Nessuno mette in dubbio che la stabilità, dopo la crisi finanziaria del 2008, fosse un obiettivo da perseguire, ma ciò è stato fatto senza tenere nel giusto conto l’esigenza di assicurare il ruolo indispensabile di sostegno alle economie ed alle comunità dei territori”.
“Gli azionisti, in alcuni casi, soprattutto in anni recenti, hanno beneficiato di dividendi e buy-back, ma il livello della capitalizzazione di borsa delle nostre banche più grandi, così come di quelle medie, è spesso ben sotto la metà dei mezzi propri iscritti a bilancio – ha proseguito Colombani – Questa situazione, insieme all’estrema frammentazione della compagine sociale, rende facilmente aggredibili le banche italiane”.
“La trasformazione delle banche popolari sopra la soglia degli 8 miliardi di attivi in società per azioni – ha sottolineato Colombani – rappresenta uno dei disegni politici che hanno rafforzato questa tendenza. I fatti stanno dimostrando però che l’economia italiana ha bisogno di un sistema bancario articolato. È opportuno che – ha concluso il segretario generale di First Cisl – nella nuova fase politica che si sta aprendo, si avvii una riflessione sull’industria bancaria, evitando il dogma del gigantismo e coltivando la valorizzazione delle diversità tra le banche da un punto di vista dimensionale e di tipologia di business”.
Qui il pdf del comunicato
Qui i dati di sintesi e i grafici descrittivi del fenomeno di desertificazione bancaria nel Lazio
Qui i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba