Colombani a Conquiste del lavoro, desertificazione bancaria è effetto negativo della concentrazione del sistema

La desertificazione bancaria è un fenomeno che riguarda il 38% dei comuni italiani. I dati forniti dall’osservatorio First Cisl sono stati rilanciati da un articolo di Conquiste dal lavoro. “In Italia – scrive il giornalista Carlo D’Onofrio – c’è un’area vasta quanto Lombardia, Veneto e Piemonte messi assieme totalmente sprovvista di sportelli bancari. Per milioni di nostri concittadini si pensi agli anziani significa dover sopportare pesanti disagi per accedere a servizi necessari alla loro vita quotidiana. E negli ultimi anni il problema si è perfino aggravato, senza che il ricorso sempre più spinto al digitale riuscisse a tamponare le falle apertesi nel frattempo”.

First Cisl, rimarca il quotidiano romano, “ha deciso di lanciare un Osservatorio sulla desertificazione bancaria consultabile sul suo sito che riporta gli studi e le analisi del Comitato scientifico della Fondazione Fiba. Grazie all’aggiornamento periodico dei dati sarà possibile seguire l’evoluzione di un fenomeno che, da tempo, presenta i tratti dell’allarme sociale”.

La riorganizzazione della rete degli sportelli bancari non crea disagi solo alle persone ma “Anche per molte piccole imprese – evidenzia nel suo articolo Carlo D’Onofrio – la chiusura delle filiali rappresenta un problema rilevante. Un problema che si riassume semplicemente con due parole: meno credito. La finalità dell’Osservatorio è quella di sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica sulle conseguenze che la desertificazione bancaria comporta per lo sviluppo del Paese e la tenuta del suo tessuto sociale”.

A sostegno del suo servizio Conquiste del lavoro riprende i dati First Cisl. “Il 38% dei comuni italiani, parliamo di 3 milioni e settecentomila persone, non ha sportelli bancari sul suo territorio. La desertificazione è avanzata più rapidamente negli ultimi anni: tra il 2015 e il 2021 il 10% dei comuni è rimasto privo di sportelli. Una percentuale che potrebbe salire ulteriormente: i comuni con un solo sportello sono il 25% del totale. Le aree più colpite sono quelle interne, soprattutto quelle montane (43% dei comuni abbandonati). Pesa anche la composizione demografica. Le banche fuggono dai centri dove la popolazione è più anziana: circa il 90% dei comuni senza sportello ha almeno il 20% di anziani. Al contrario, tra i comuni con sportelli, quelli con la presenza di bambini (da 0 a 10 anni) pari ad almeno il 10% della popolazione sono circa un quinto. Tra quelli senza sportello, invece, la percentuale scende a circa un decimo”.

“La causa principale della desertificazione bancaria, cui si associa il calo dell’occupazione nel settore, è «la concentrazione del sistema bancario», osserva il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani” per il quale la soppressione delle filiali in vari territori viene spiegata «con il gran numero di fusioni che negli ultimi anni hanno portato le prime cinque banche del Paese a controllare oltre il 50% del mercato domestico. Una tendenza che ha innescato la ritirata dai territori e provocato un diffuso disagio sociale. Altri paesi, come la Francia, hanno seguito una strada diversa: hanno frenato la concentrazione del settore e mantenuto la presenza delle banche sui territori. Questo nonostante le competenze digitali dei cittadini francesi siano superiori a quelle degli italiani. È solo grazie all’impegno ed alle competenze delle lavoratrici e dei lavoratori – conclude Colombani – se le banche hanno mantenuto il rapporto con la clientela nonostante quello che è successo negli ultimi anni».

Qui i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba