Colombani a Radio InBlu, stop a gigantismo bancario e via a Fondo nazionale di investimento con risparmio privato

L’audio dell’intervento del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, a Radio InBlu:

 

Al vostro servizio”, la trasmissione di Radio InBlu condotta da Giuseppe Caporaso ha affrontato il tema della “ritirata delle banche” dai territori: tremila i comuni italiani senza più sportelli e tanti disagi per cittadini, soprattutto anziani, ma anche per i piccoli imprenditori.

Su questo tema il programma radiofonico ha ospitato il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, che ha sottolineato come la desertificazione bancaria costituisca «un problema enorme che abbiamo evidenziato durante il nostro congresso e che riguarda tra un quarto e un quinto dell’intero territorio nazionale. Siamo passati da 2.354 comuni senza uno sportello bancario nel 2015 a oltre 3mila nel 2021, con un incremento di oltre il 37%. Ci sono addirittura 62 comuni sopra i 5mila abitanti senza uno solo sportello bancario. Alcune fasce della popolazione, come gli anziani, e le piccole e microimprese sono escluse dai servizi bancari. È un problema economico e sociale che va rettificato e che la politica nazionale dovrebbe valutare con attenzione».

Il conduttore Giuseppe Caporaso chiede i motivi che stanno portando le banche a rivedere la propria presenza territoriale. “Dal 1° gennaio del 1994, con l’entrata in vigore del Testo unico bancario – ha evidenziato Riccardo Colombani – le banche sono diventate imprese e fanno ciò che ritengono opportuno sulla base della convenienza dell’azionista. Se gli altri stakeholder non vengono considerati siamo di fronte ad un altro problema che viene acuito dalle fusioni, un processo che la politica dovrebbe smettere di favorire. Ormai i primi cinque gruppi bancari italiani rappresentano ben oltre il 50% del sistema bancario nel suo complesso: abbiamo un grado di concentrazione più elevato di quello della Francia e di gran lunga superiore a quello della Germania. Inoltre la popolazione italiana è la più anziana d’Europa. Ecco perché questo gigantismo bancario non si addice alla struttura produttiva e sociale del nostro Paese».

Fra i temi congressuali il giornalista ha posto l’accento sulla proposta, da tempo avanzata da First Cisl, pensata per sostenere la ripresa economica con fondi privati: Gli oltre 1.183 miliardi di euro parcheggiati nei conti correnti e nei depositi dei risparmiatori italiani, in che modo potrebbero essere utilizzati? «Dovrebbero essere orientati verso l’economia reale – ha risposto il leader dei bancari della Cisl – anche perché gli investimenti privati in Italia, in rapporto al prodotto interno lordo, sono molto più bassi rispetto alla media europea e a quella di Francia e Germania. Gli investimenti pubblici del Piano nazionale di ripresa e resilienza dovrebbero essere accompagnati dagli investimenti privati, alimentati dal risparmio delle famiglie, per cui abbiamo pensato alla costituzione di un Fondo nazionale di investimento nell’economia reale, attraverso una regia nazionale, incentivato da una protezione integrale del capitale che abbiamo evidenziato durante il nostro congresso. Per farlo è necessario incentivare le banche ad utilizzare modelli di servizio coerenti con questo obiettivo, a cominciare da un modello di consulenza aperto, non limitato ad un numero ridotto di strumenti finanziari come avviene oggi».

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