Il Dubbio, istituzioni e parti sociali unite per gli investimenti. Pnrr e ruolo banche nel convegno di First Cisl

Non scema l’interesse sul convegno “Il ruolo delle banche pubbliche nell’attuazione del Pnrr”, organizzato da First Cisl e svoltosi il 3 novembre a Roma. Il Dubbio è tornato sui temi della tavola rotonda evidenziando la posizione dei segretari generali di Cisl e First Cisl. “Sbarra: serve un patto tra istituzioni e parti sociali per investimenti” il titolo del servizio nel cui sommario si legge “Colombani (First Cisl): oltre 200 miliardi di finanziamenti sono arrivati alle Pmi grazie al Fondo di garanzia gestito da Mediocredito Centrale”.

Nell’attacco del suo articolo il giornalista Carlo Forte richiama il messaggio lanciato nel corso del convegno sul ruolo delle banche, principalmente di quelle pubbliche, reputato “fondamentale per l’attuazione del Pnrr, ma occorre un grande patto tra le istituzioni, le parti sociali ed il mondo bancario”.

All’evento di Roma si sono confrontati l’amministratore del Mediocredito Centrale, Bernardo Mattarella, il presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, Andrea Abodi, ed il presidente della Commissione Finanze del Senato, Luciano D’Alfonso.

Nel suo servizio, Il Dubbio riporta l’articolato intervento del segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra:«Abbiamo di fronte a noi il compito della ricostruzione, un’opera paragonabile a quella della generazione del dopoguerra. Allora fu decisivo il Piano Marshall e il ruolo degli Usa. Oggi abbiamo il Pnrr e dotazioni complessive per oltre 500 miliardi nei prossimi anni. È davvero la nostra occasione irripetibile, da non sprecare. Bisogna spendere, ma anche spendere bene. Serve un balzo in avanti, verso un nuovo modello di sviluppo sostenuto e sostenibile che riscopra i principi dell’economia sociale di mercato e metta al centro la partecipazione dei lavoratori».

Per il leader della Cisl «bisogna procedere con la concreta messa a terra dei progetti e degli affidamenti necessari per far partire i tavoli di partenariato. Aspettiamo su questo tema la convocazione del Premier Draghi per firmare il primo atto di una governante partecipata, per assicurare qualità di spesa, certezza dei tempi, verifica delle ricadute economiche e occupazionali».

Nel suo discorso Luigi Sbarra ha richiamato anche gli effetti della pandemia nonché della recessione economica che hanno portato alla «riscoperta della centralità dell’azione dello Stato sia negli interventi di emergenza a favore di famiglie e imprese sia nella consapevolezza che la chiave per ripartire sono gli investimenti pubblici per rilanciare l’occupazione, realizzare infrastrutture materiali, sociali e digitali, rafforzare politiche di sviluppo per il riscatto delle aree depresse, promuovere politiche industriali».

Per Sbarra «agli investimenti pubblici devono fare da driver anche agli investimenti privati, perché da soli non basteranno ad aumentare in modo strutturale il tasso di crescita dell’economia italiana. Per questo abbiamo bisogno di un grande patto tra istituzioni nazionali e locali, le parti sociali ed anche le banche, soprattutto quelle pubbliche che devono essere valorizzate, per uscire dal “tunnel mercatista” delle banche private, che spesso ricercano solo profitti a breve termine (…). Sarà fondamentale il ruolo del credito per l’attuazione del Pnrr, nel solco di un’economia sociale di mercato. Va preservata la biodiversità assicurata dalle piccole e medie banche territoriali, che con le loro filiali possono valutare al meglio i bisogni e i rischi connessi al sostegno delle PMI e delle famiglie».

Nel convegno di Roma spazio anche alla costante riduzione delle filiali bancarie che «per la Cisl è molto grave». Negli ultimi dieci anni, gli sportelli fisici sono diminuiti del 30 per cento con un saldo occupazione di -47 mila dipendenti. Non andrà meglio nell’imminente futuro che registrerà la chiusura di altre 1.000 agenzie. «Una iattura per le famiglie, specie per gli over 65, spesso impreparati all’utilizzo del digitale», ha sottolineato Sbarra la cui preoccupazione è stata, scrive Il Dubbio, “condivisa e rilanciata dal Segretario Generale della First Cisl, Riccardo Colombani che ha messo in risalto l’importanza delle banche pubbliche per l’economia italiana in questa fase difficile della vita del paese”.

«Oltre 200 miliardi di finanziamenti sono arrivati alle Pmi grazie al Fondo di garanzia gestito dal Mediocredito Centrale. Già per la precedente crisi finanziaria – ha sottolineato al quotidiano romano il leader dei bancari della Cisl – lo Stato si era impegnato con gli acquisti di Npl attraverso Amco e con l’utilizzo crescente delle Gacs nelle cartolarizzazioni di crediti in sofferenza. È auspicabile che da garante lo Stato non si trasformi in liquidatore ma faccia da attivatore della crescita. Un’opportunità è offerta dal risparmio privato: il suo afflusso all’economia reale attraverso investimenti nel capitale di rischio delle imprese è fondamentale e andrebbe incentivato con garanzie sul capitale investito».

Riccardo Colombani si è poi soffermato sul ruolo che le istituzioni devono avere nel favorire lo sviluppo. «Gli impegni presi durante il recente G20 – si legge su Il Dubbio – dimostrano che il ruolo dei governi può essere prezioso per promuovere comportamenti virtuosi. Nell’attuale configurazione, incentrata sulla banca universale e sul primato dell’interesse dell’azionista, il sistema bancario italiano potrebbe non rivelarsi idoneo a farsi carico delle nuove sfide dettate dai criteri Esg. Gli ultimi anni sono stati segnati da desertificazione dei territori, con gravi danni per le piccole imprese e le fasce più fragili della popolazione, come gli anziani; polarizzazione del business sulla gestione dei patrimoni elevati e minore spazio alle imprese, soprattutto alle piccole».

Carlo Forte scrive infine che “la ricetta della First Cisl è dunque netta: il nuovo modello di sviluppo sostenibile non ha bisogno della banca a taglia unica, ma della biodiversità bancaria: va quindi rafforzato il ruolo degli istituti a capitale pubblico e, al tempo stesso, va sostenuto il modello cooperativo”. Per Riccardo Colombani questi due esempi produttivi «sono essenziali affinché l’attuazione del Pnrr vada a vantaggio anche delle Pmi e delle aree più svantaggiate del Paese».